«Le migrazioni possono contribuire a ridurre gli effetti dell’invecchiamento delle popolazioni». E’ quanto ha dichiarato il direttore per l’Occupazione, il Lavoro e gli Affari sociali dell’Ocse (l’Organizzazione per la Cooperazione e lo sviluppo Economico composta da 38 paesi, fra cui l’Italia), Stefano Scarpetta, davanti alla Commissione Europea oggi, 3 novembre, durante la presentazione delle Prospettive internazionali sulle migrazioni 2025.
I mercati del lavoro dei paesi dell’Ocse sono sotto pressione, con grosse mancanze di manodopera in settori critici a causa dell’invecchiamento demografico. Per questo il report evidenzia come i migranti professionali (le persone che si spostano per cercare nuove prospettive lavorative) diventino una risorsa. «Gli immigrati – prosegue Scarpetta – sono lavoratori essenziali non solo nei settori della salute e delle cure, ma anche in altri settori come l’agricoltura, l’edilizia, l’alloggio, la ristorazione o le tecnologie dell’informazione». A fare da leva per l’assunzione dei migranti, però, è la differenza tra la loro remunerazione e quella dei lavoratori nati nel Paese: a parità di età e sesso, i primi percepiscono in media il 34% in meno rispetto ai secondi. Il report evidenzia anche che gli immigrati non lavorano solo nei settori meno retribuiti, ma anche per i datori di lavoro che pagano meno in questi settori.
Durante la presentazione è intervenuto il presidente della Commissione europea, Magnus Brunner, che ha evidenziato gli aspetti positivi delle migrazioni: «Abbiamo bisogno dei loro talenti, della competenze e dell’energia». Il commissario ha poi aggiunto che «per avere delle migrazioni legali sostenibili bisogna gestirle in modo adeguato, lottando contro i trafficanti di uomini».

Fenomeno in calo – Il report evidenzia che «dopo tre anni di forte aumento post-pandemico, la migrazione permanente verso i Paesi dell’Ocse è diminuita del 4% nel 2024» . Il numero degli immigrati resta però elevato, per un totale di 6,2 milioni: «il 15% in più rispetto al 2019» . Se la migrazione famigliare rimane il principale motivo di spostamento, a diminuire è proprio quella professionale, calata del 21%. Le migrazioni per lavoro temporaneo  «si sono stabilizzate nel 2024 a un livello storicamente elevato: circa 2,3 milioni di permessi e autorizzazioni di lavoro sono stati concessi nei Paesi Ocse (fatta eccezione per la Polonia), in aumento del 26 % rispetto al 2019 » .

In Italia – Il documento presentato dall’Ocse riporta che nel 2024 anche le migrazioni verso il nostro Paese sono calate rispetto agli anni precedenti. L’anno scorso l’Italia ha accolto 169mila migranti, ossia il 16% in meno rispetto al 2023. Ucraina, Albania e Romania sono i tre principali Paesi d’origine dei migranti giunti in Italia nel 2024. Lo scorso anno l’Egitto è stato il Paese da cui le migrazioni sono aumentate maggiormente.  Le persone ch per la prima volta hanno presentato una richiesta d’asilo all’Italia sono aumentate del 16%, per raggiungere quota 151.000. La maggioranza dei richiedenti era originaria del Bangladesh (33.000), Peru (16.000) e Pakistan (12 000).