Immaginate di prenotare un soggiorno in un hotel che promette camere impeccabili e vista mozzafiato, spinti da giudizi lusinghieri. Una volta arrivati, potrete essere soddisfatti oppure trovarvi in una stanza sporca, che si affaccia su un parcheggio desolato. Non è solo una delusione, questo è il risultato di un sistema che consente alle recensioni – che siano essere veritiere oppure completamente false – di influenzare le scelte dei consumatori. È proprio per affrontare situazioni come questa che il Consiglio dei ministri ha approvato nuove misure per contrastare un fenomeno che penalizza clienti e aziende oneste. Il fenomeno delle recensioni false non è solo un problema etico, ma un attacco diretto alla competitività delle imprese, specialmente quelle piccole e medie, che in Italia rappresentano l’ossatura del tessuto economico. Come sottolineato dalla ministra del Turismo Daniela Santanchè, il primo disegno di legge annuale per le Piccole e Medie Imprese (Pmi) mira a garantire che i giudizi online siano veritieri, fornendo uno scudo contro concorrenza sleale, pubblicità occulta e frodi.
Le chiavi del provvedimento – La proposta normativa si fonda su tre pilastri fondamentali. Il primo consiste in un’identificazione obbligatoria. Solo i consumatori che dimostrano la propria identità e l’effettivo utilizzo del prodotto o servizio potranno rilasciare recensioni. Non sono stati però specificati nel dettaglio i metodi tecnici per l’identificazione. I contenuti dovranno poi essere pertinenti e con tempistiche precise. I commenti dovranno essere dettagliati, pubblicati entro 15 giorni dall’esperienza e non superare un periodo di validità di due anni. Le strutture recensite avranno infine il diritto di rispondere alle critiche e di richiedere la rimozione di recensioni false o obsolete. In aggiunta, viene vietata la compravendita di recensioni, una pratica che finora ha alimentato un mercato parallelo basato sull’inganno.
Un ruolo strategico per Agcom – Il disegno di legge assegna compiti distinti alle autorità di regolamentazione: l’Agcom (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni) dovrà definire codici di condotta per le piattaforme online, mentre l’Agcm, detta anche “Antitrust”, avrà il potere di vigilanza e sanzione. Questa sinergia punta a garantire trasparenza e a creare un ambiente digitale più affidabile.
Le critiche – Se da un lato associazioni come Assoutenti (AU) hanno accolto favorevolmente l’iniziativa, chiedendo però una maggiore attenzione ai social media e al mondo degli influencer, dall’altro Confesercenti, una delle principali associazioni di imprese del Paese, si dice delusa. La portata della riforma, annunciata come rivoluzionaria, è stata giudicata insufficiente per affrontare un problema così vasto e radicato.