“Battute le cassandre che predicevano la fine dell’Eurozona, il risanamento continua”. Olli Rehn vicepresidente della Commissione europea, è ottimista. E, intervenendo al Parlamento europeo, ha così commentato i progressi fatti finora dai Paesi europei per uscire dalla crisi: “Un anno fa c’erano seria preoccupazione per l’Italia e la Spagna e profonda incertezza sulla Grecia, oggi la situazione è cambiata”.
Nonostante i miglioramenti, l’anno che verrà, dice Rehn, “sarà un test essenziale per la credibilità dell’Unione europea e dell’Eurozona”. Tra gli obiettivi da raggiungere quello di “ripristinare la fiducia in modo durevole” e di “rimettere l’economia europea sui binari giusti, mettendo insieme solidarietà e responsabilità.
Le priorità per i governi nazionali, sostiene il commissario UE, devono essere il “mantenimento del ritmo delle riforme economiche” e il “proseguimento del consolidamento fiscale”, al quale “non c’è alternativa”. Ecco perché, spiega Rehn, serviranno “riforme equilibrate e ambiziose del mercato del lavoro, per rimuovere gli ostacoli all’occupazione e favorire anche i contratti a durata indeterminata e la contrattazione collettiva per il reinserimento dei lavoratori”.
Rehn ha ricordato che tra il 2000 e il 2011 sono stati persi 2,5 milioni di posti di lavoro nel manifatturiero tra Francia, Germania, Italia e Spagna. In Francia e Spagna sono stati bruciati 750mila posti, in Italia 370mila e in Germania 570mila. La precedenza andrà data al “ripristino della competitività dell’industria europea sia manifatturiera che dei servizi”.
Inoltre, bisogna “completare il lavoro sulla supervisione unica bancaria, con un meccanismo di risoluzione” delle banche dell’Eurozona, perché, dice il vicepresidente della Commissione, “dobbiamo convincere i mercati sulle prospettive a lungo termine dell’euro”.
Andrea Zitelli