Questo matrimonio non s’ha da fare. Tra il 5 e il 6 giugno è saltata la fusione tra Fiat Chrysler Automobiles (Fca) e Renault Alliance dopo un consiglio d’amministrazione straordinario del gruppo francese che ha chiesto un ulteriore rinvio. Immediata la risposta della multinazionale italo-statunitense: «E’ chiaro che in Francia non vi sono le condizioni politiche perché una simile fusione proceda con successo».
I fatti- Due cda in 24 ore non sono bastati a Renault per approvare la fusione col gruppo guidato da John Elkann. Nell’ultima riunione, durata 6 ore, sono emersi i nodi che hanno portato il gruppo a chiedere il rinvio. Tra questi il mantenimento dell’alleanza con Nissan, storico partner di Renault da 20 anni. Nei giorni scorsi l’amministratore delegato Hiroto Saikawa si era mostrato possibilista sulla fusione ma aveva chiarito che «l’ingresso di Fca impone una revisione integrale dell’Alleanza, viste le modifiche del gruppo Renault».
I tentennamenti del gruppo giapponese avevano messo in allarme lo Stato francese, azionista al 15% del gruppo Renault, che tra le sue condizioni per approvare l’accordo aveva chiesto di mantenere l’alleanza con Nissan e Mitsubishi. Da qui la richiesta di rinvio avanzata dai due rappresentanti dello Stato nell’ultimo cda, per dare la possibilità al ministro dell’economia Bruno Le Maire di recarsi in Giappone e spiegare ai due gruppi automobilistici le opportunità dell’unione. La richiesta francese ha irritato i vertici di Fca che ha così deciso di ritirare la proposta di fusione avanzata lo scorso 27 maggio.
Le ragioni– Le trattative sono durate solo 10 giorni. A mettersi in mezzo tra le due aziende è stato soprattutto il governo di Parigi, che aveva avanzato alcune richieste per avvallare la fusione. I colloqui tra i vertici italiani e il presidente di Renault Jean-Dominique Senard avevano portato a un accordo su tutti i punti, tranne il rinvio. «Abbiamo chiesto solo 5 giorni di tempo: tra i due gruppi c’era accordo su tutto, mancava solo il sostegno esplicito di Nissan.» fa sapere Le Maire. Il matrimonio tra Fca e Renault Alliance avrebbe portato alla nascita del primo produttore mondiale di auto, con un fatturato intorno ai 160 miliardi l’anno e più di 15 milioni di vetture prodotte, superando Volkswagen e Toyota ferme intorno ai 10 milioni di unità. Inoltre sarebbe nato un polo comune per lo sviluppo nel campo delle auto elettriche e autonome.
Gli scenari- La notizia del mancato accordo aveva subito portato a un inevitabile contraccolpo in Borsa per i due gruppi. A Wall Street Fca ha ceduto il 3.71% mentre a Milano ha aperto in calo del 2.8%. Peggio hanno fatto le azioni Renault, sprofondate in apertura di contrattazioni a Parigi al meno 7,6 per cento. Incerto lo sviluppo per i due gruppi. Per Renault sarà necessario rafforzare l’alleanza con Nissan, che dopo 20 anni mostra qualche crepa, come ha dimostrato l’arresto a Tokio del supermanager francese del gruppo Carlos Ghosn. Fca, invece, potrebbe tornare a valutare una possibile alleanza con Peugeot di cui si parla tempo.