Sardinia Green Island

Già lo scorso mese i lavoratori della Sardinia Green Island erano saliti sul silos (fonte: unionesarda.it)

Un fantoccio con una corda al collo e uno striscione di sei metri con su scritto “Vergogna”. È questa la protesta scelta dai lavoratori della Sardinia Green Island, saliti il 6 marzo sul silos di Macchiareddu, la zona industriale di Cagliari. Una dimostrazione a 50 metri di altezza, come avevano già fatto a febbraio, dopo uno sciopero.

Gli operai si uniscono così ai 90 che da giorni portano avanti uno sciopero della fame e della sete. In questo modo hanno ottenuto un tavolo di confronto tra Regione, sindacati e vertici dell’azienda fondata e guidata dal presidente regionale di Confindustria, Alberto Scanu. Il vertice è stato fissato per mercoledì 13 all’Assessorato dell’Industria, ma questo non è bastato a far sospendere la protesta.

«Prendiamo atto della convocazione del vertice- ha dichiarato Giampiero Manca della Filcem-Cgil – ma la battaglia non si ferma. Ci costringono a stare un’altra settimana sopra i silos e in presidio a Macchiareddu, la tensione è alta, non è semplice cercare di arginarla». Dopo quattro anni di cassa integrazione, a febbraio sono stati sospesi tutti gli ammortizzatori sociali, e il futuro degli operai si fa sempre più incerto.

«La soluzione della vertenza – conclude Manca – è legata a un intoppo burocratico: le autorizzazioni per l’impianto solare termodinamico di Vallermosa che l’azienda intende realizzare e che consentirebbe la ripresa produttiva. La risposta sarebbe dovuta arrivare già la settimana scorsa ma tutto è fermo».

Angela Tisbe Ciociola