Lavorare meno, vivere meglio. È questo lo slogan usato dai promotori della settimana corta: un’iniziativa che prevede la riduzione della settimana lavorativa da cinque a quattro giorni. In Italia, la proposta di legge è stata avanzata da Pd, M5S e Avs e ha come primo firmatario Nicola Fratoianni, deputato Avs e segretario di Sinistra Italiana. Il testo unico era stato depositato alla Camera la prima volta a ottobre 2024 ma era stato rinviato. Il12 febbraio, è successo di nuovo. L’Aula della Camera ha infatti approvato con 29 voti di scarto la richiesta di rinvio del testo avanzata dal presidente della commissione Lavoro Walter Rizzetto per rilievi posti dalla commissione Bilancio, provocando le proteste delle opposizioni.

La proposta di legge – Il testo presentato in commissione è il frutto di mesi di lavoro e mediazione tra i tre partiti firmatari, che avevano proposto ddl diversi. Prevede la riduzione graduale fino a 32 ore della settimana lavorativa, a parità di salario. La sperimentazione durerebbe tre anni: si darebbe la possibilità alle aziende di diminuire le 40 ore con delle prove da un anno. Quindi, per esempio, un’azienda potrebbe provare a limitare la settimana a 32 ore o a 36 per dodici mesi e poi decidere se rinnovare quella possibilità o se cambiare il numero di ore. Per incentivare questo processo, le imprese aderenti riceverebbero uno sgravio del 30% sui contributi previdenziali da versare. Sgravi ancora più alti per le Pmi (50%) e per i lavori gravosi (60%).

Perché la settimana corta – Le motivazioni che spingono sempre più Paesi e aziende a sperimentare questo tipo di politica sono molteplici e si possono leggere nello stesso testo presentato alla Camera. I dati dell’organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico danno riscontro di come lavorare molte ore comporti una drastica diminuzione della produttività. Orari di lavoro ridotti, inoltre, potrebbero tradursi in tassi di occupazione più elevati. Anche i costi sociali ed economici del Paese potrebbero essere ridimensionati: l’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro accerta da anni la crescita delle patologie legate all’iper lavoro. Aumenterebbe il tempo libero, quindi i consumi legati ai settori della cultura e dell’intrattenimento e in generale la domanda di beni e servizi, generando crescita e lavoro. Infine, una settimana lavorativa più breve vorrebbe anche dire più tempo dedicato al lavoro di cura, e in generale alla la vita privata, la partecipazione sociale e le relazioni.

Qualche esempio – Non tutte le settimane corte sono uguali. Esistono infatti modelli diversi di questa misura. Il primo è il modello italiano, ovvero una diminuzione delle ore di lavoro a parità di salario. Il secondo prevede, invece, una redistribuzione delle ore di lavoro su quattro giorni, e dunque un allungamento della giornata lavorativa. Un esempio di questo è il Belgio, che a febbraio 2022 ha approvato la legge che prevede che i dipendenti debbano lavorare comune 40 ore a settimana, ma che possano spalmarle in 4 giorni da 10. Esistono infine forme ibride, come quella sperimentata da Intesa San Paolo, che ha implementato la possibilità di lavorare quattro giorni per 9 ore al giorno (con una riduzione delle ore settimanali da 37,5 a 36).

Il riscontro dei dati – A giudicare dai risultati delle prime sperimentazioni, la settimana breve sembra mantenere le sue promesse. Uno studio del World Economic Forum, aggiornato a ottobre 2023 e svolto su un campione di lavoratori spagnoli, ha evidenziato che dargli un giorno libero in più alla settimana aumenti effettivamente la produttività, migliori la salute fisica e mentale e riduca le emissioni di CO2 (vista la diminuzione del pendolarismo). Un altro studio, condotto da Autonomy nel Regno Unito utilizzando un campione di 2.900 lavoratori, ha trovato risultati simili. Diminuzione dello stress, dell’ansia e di emozioni negative, drastico calo dell’insonnia e della stanchezza, miglior gestione del lavoro domestico: il 54% dei dipendenti ha dichiarato di avere meno probabilità di sentirsi troppo stanco per svolgere i lavori domestici.