Un buco di 50 miliardi nei conti pubblici europei. È questo il danno complessivo creato dalle attività illecite indagate nel 2022 dall’European public prosecutor’s office (Eppo). Anziché nelle casse dell’Europa, queste somme sono andate disperse in frodi fiscali, appalti opachi, flussi finanziari sofisticati, transfrontalieri e volatili. La procura europea ha diffuso i dati il primo marzo: l’Italia è tra i Paesi Ue peggiori, con due miliardi di euro finiti in un giro illecito. Tra i soldi occultati, anche fondi legati al Covid-19.

Il rapporto – Eppo ha lavorato su 1117 indagini, avviate a partire da oltre tremila denunce di reato. In totale, ha stimato danni all’erario Ue per un valore di 14 miliardi di euro, per metà dovuti a frodi fiscali legate all’Iva. A farli emergere, sono stati documenti falsi, non corretti, incompleti. Le organizzazioni indagate partecipavano ai bandi con requisiti fittizi, alteravano alcuni parametri aziendali per soddisfare le condizioni di ammissibilità, gonfiavano i costi di materiali per avere più sovvenzioni. Quasi tutte, poi, manipolavano i rendiconti finanziari, aumentavano i pagamenti degli stipendi e, approfittando della mancanza di controlli incrociati, tentavano di ottenere con l’inganno lo stesso contributo da diversi Stati. Tra i paesi più esposti Portogallo, Belgio, Italia.

L’Italia – Il settore più colpito nel nostro Paese ruota attorno ad agricoltura e sviluppo rurale. Le irregolarità riguardano anche infrastrutture regionali e urbane. In gran parte si tratta di truffe o anomalie negli appalti, ma anche di evasione e protezione di interessi finanziari connessi a organizzazioni criminali. Alla base di questi reati c’è spesso la corruzione di funzionari pubblici, decisivi nel fare avanzare pratiche errate o incomplete. Le città in cui hanno lavorato i procuratori sono Bologna, Venezia, Milano, Napoli, Palermo, Roma, Torino. C’è da considerare che, oltre a essere uno dei Paesi più indagati, l’Italia ha in assoluto il numero più alto di uffici Eppo, superiore a Germania, Repubblica Ceca e Grecia.

La mappa dei reati – Le truffe più diffuse sono quelle fiscali. Il centro è a Monaco. Da qui sono partiti procedimenti giudiziari che coinvolgono organizzazioni criminali di Germania, Repubblica Ceca, Slovacchia, Romania. I pubblici ministeri hanno raccolto prove di evasione in diversi settori, dall’automotive all’elettronica al tessile. Riga è la capitale degli appalti truccati, con quattro persone condannate per avere ottenuto in modo fraudolento 780mila euro di fondi Ue. La Croazia invece ha il primato per corruzione, con cinque persone condannate per mazzette e abuso d’ufficio. La corruzione riguarda anche le stesse indagini: alcune persone infatti hanno cercato di deviare funzionari per influenzare il lavoro dell’Eppo. Il regno del contrabbando è a Vilnius, in Lituania, dove alcuni funzionari doganali avrebbero commerciato illegalmente in tutta Europa tabacco per un valore di 3 milioni di euro senza pagare le accise. Il danno che avrebbero causato al bilancio lituano è di circa 10 milioni di euro.