Il presidente della Bce Mario Draghi durante un'udienza al Parlamento europeo ieri, 6 febbraio (foto Ansa)

Il presidente della Bce Mario Draghi durante un’udienza al Parlamento europeo ieri, 6 febbraio (foto Ansa)

Mai così alto da tre anni, da quando Matteo Renzi si insediò a Palazzo Chigi nel febbraio 2014. Lo spread, il differenziale tra Btp decennali e Bund tedeschi continua a ballare intorno ai 200 punti base, con un picco stamane di 203 anche se seguito da un ripiegamento a 198. Il rendimento dei titoli italiani, ieri a 2,39 punti percentuali, resta comunque al 2,32%. Gli Oat francesi staccano i corrispettivi tedeschi di 77 punti (ai massimi da marzo 2013), mentre i Bonos spagnoli registrano uno spread di 141. Ieri Piazza Affari, maglia nera in Europa, ha chiuso in calo del 2,2 per cento.

 

Politica internazionale – A far schizzare in alto il differenziale tra Btp e Bund è stata una combinazione di fattori. Uno su tutti, le parole di Marine Le Pen nel discorso di domenica 5 febbraio a Lione che ha segnato il lancio della campagna elettorale in vista delle presidenziali di aprile. Ciò che ha fatto vacillare le Borse si può riassumere in una parola: «Frexit». La leader del Front National ha annunciato un doppio referendum, su euro e Unione Europea: vuole chiedere direttamente ai connazionali se vogliono continuare a far parte di un’Unione «che non ha mantenuto nessun impegno e ci tiene con il guinzaglio corto», oppure se dirle adieu. Lei, dal canto suo, un’idea ce l’ha già: «Spero che il sistema europeo diventi per tutti solo un brutto ricordo». L’eventuale secessione francese dall’Ue potrebbe essere facilitata dall’ennesima interferenza russa, di cui ha dato notizia il Corriere: media vicini al Cremlino come Sputnik Russia Today, insieme al fondatore di Wikileaks Julian Assange, sarebbero pronti ad affossare il favorito nella corsa all’Eliseo Emmanuel Macron con una serie di rivelazioni che aprirebbero la strada ad una vittoria di Le Pen.

Politica nazionale – A far tremare il mercato obbligazionario italiano, però, ci pensa anche la politica nostrana, con la possibilità di elezioni anticipate. Tanto che ora Matteo Renzi sarebbe pronto a rimandare le urne al 2018 per non aggiungere instabilità all’instabilità. Inizio settimana difficile a Piazza Affari anche a causa del pronunciamento di Moody’s atteso per il 10 febbraio: dopo il declassamento del rating sull’Italia da «stabile» a «negativo», l’agenzia torna ad esaminare la tenuta del nostro debito pubblico.

Il collante Draghi – A poco sono servite le parole del presidente della Banca centrale europea Mario Draghi, che ha tentato di dare fiducia a istituzioni e mercati europei. «L’euro è irrevocabile», ha detto ieri Draghi, in inglese e in italiano, durante un’udienza al Parlamento Ue. «Con la moneta unica abbiamo forgiato legami che sono sopravvissuti alla peggiore crisi economica dalla Seconda guerra mondiale – ha continuato il banchiere -. Non sottovalutiamo la forza di questo impegno che ci ha tenuto insieme per sessant’anni, in tempi difficili in cui c’è la forte tentazione di rivoltarsi conto i propri vicini o di cercare soluzioni nazionali». In merito al proseguimento del quantitative easing, Draghi ha voluto rassicurare: se il quadro economico generale peggiorasse, il consiglio direttivo sarebbe pronto ad aumentare il programma di acquisto di titoli di Stato, sia in termini di mole che di durata.

L’ombra di Trump – Quanto alle critiche arrivate dal ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble, l’ex numero uno di Bankitalia ci ha tenuto a sottolineare che «i banchieri centrali sentono i politici, ma non li ascoltano». Tuttavia la politica non è rimasta fuori dall’aula di Strasburgo: dopo aver accennato alla proposta di Angela Merkel per un’Europa a due velocità – «appena abbozzata» -, il leader della Bce ha definito «molto preoccupanti» le mosse dell’amministrazione Trump in materia di deregulation finanziaria e possibile ritorno al protezionismo. Una risposta politica, dunque, a una crisi dei mercati sempre più politica che finanziaria. Ma non è detto che funzioni.