Lo spread è ai minimi da fine settembre, ma Piazza Affari ha aperto col segno meno, segnando intorno alle 11 del 20 dicembre un calo dell’1,4%, poi ridotto all’1% alle 13. Il dato negativo arriva all’indomani della decisione della Federal Reserve, la banca centrale americana, di alzare i tassi di interesse. Ma l’accordo raggiunto tra governo italiano e Unione Europea sulla manovra riesce in parte a bilanciare il «sentiment» negativo del mercato.

Spread in calo – Il differenziale dei tassi di interesse tra Bund tedeschi e Btp a dieci anni, che la sera di mercoledì 19 dicembre aveva chiuso a 253 punti base (il 2,53%), ha subito nella mattinata del 20 una brusca impennata, arrivando a 259 punti. Tuttavia, l’esito positivo della trattativa con la Commissione europea per evitare la procedura d’infrazione per la manovra economica ha invertito nuovamente il trend, portando lo spread addirittura sotto i 250 punti, dato che non si vedeva da più di due mesi.

Borsa debole – Dati in rosso per Piazza Affari, che ha aperto con un -1,4%, poi ridotto all’1%. Alle 11 Milano era maglia nera in Europa, insieme a Parigi (-1,38%); in calo anche Madrid (-1,15%), Francoforte (-1,08%) e Londra (-1%). Le Borse europee seguono la scia di quelle asiatiche, a loro volta influenzate dal ribasso registrato a Wall Street dopo che il 19 dicembre la Fed ha annunciato l’innalzamento dei tassi di interesse a un intervallo compreso tra il 2,25% e il 2,50% e ha abbassato le stime di crescita. La misura, presa per evitare bolle speculative e lasciare alla banca centrale il controllo di uno strumento di stimolo all’economia, ha avuto effetti negativi sulle Borse mondiali, come sempre accade quando aumenta il costo del denaro.

Caduta Tim – Tra i titoli quotati, è in forte ribasso ma in recupero quello di Tim (-2,5%), dopo che mercoledì 19 l’Agenzia per le garanzie delle comunicazioni (AgCom) si è pronunciata sullo scorporo volontario della rete fissa. Segno meno anche per Eni (-1,59%) con il calo del prezzo del petrolio a 46,6 dollari al barile. Tra le banche, male Intesa (-1,6%, in recupero grazie allo spread a 250), Unicredit (-2,2%) e Mediolanum (-3,23%). Sono invece in crescita i titoli di Ovs (+11,9%) dopo l’ingresso nel capitale di Tamburi Investment Partners (Tip) e Geox (+9,4%).