Il discorso che i mercati aspettano sarà domani, 11 ottobre, intorno alle 20:30 in Italia. Dal meeting annuale del Fondo Monetario Internazionale a Washington il governatore della Bank of England, Andrew Bailey, cercherà di ristabilire fiducia nell’economia britannica dopo la debacle del piano fiscale della nuova premier Liz Truss. Ma da questa parte dell’Atlantico continuano a sentirsi gli effetti di quello che secondo gli esperti avrebbe potuto essere «il momento Lehman Brothers del Regno Unito», facendo riferimento al fallimento della banca d’affari americana da cui ebbe inizio la grande crisi economica del 2008. Oggi, 10 ottobre, la Banca Centrale inglese ha annunciato che aumenterà ulteriormente gli acquisti di titoli di Stato per i prossimi cinque giorni oltre a introdurre misure per allentare la pressione sui fondi pensione. Il tentativo è quello di riportare la stabilità sui mercati finanziari prima della fine del piano di emergenza, venerdì 14 ottobre. All’annuncio, però, il rendimento del bond decennale britannico è cresciuto di 7 punti base al 4,29% e la sterlina ha perso terreno nei confronti del dollaro, con il quale il cambio è a 1,10.

Il rendimento dei bond inglesi a 10 anni nell’ultimo mese

Il piano (mal calcolato) di Truss – L’economia britannica è in agitazione a partire dallo scorso 23 settembre, quando Kwasi Kwarteng, il Cancelliere dello Scacchiere (ministro dell’Economia) nominato dalla nuova premier conservatrice Liz Truss, ha annunciato una riforma fiscale che prevedeva l’eliminazione dell’aliquota più alta, pari al 45%, dall’imposta sul reddito: un piano, che richiedeva un aggravamento di bilancio di 45 miliardi di sterline, presentato senza specificare né l’impatto sull’economia né, soprattutto, le coperture. La reazione dei mercati non è stata per nulla positiva: gli investitori hanno considerato la mossa un sintomo dell’inaffidabilità delle politiche economiche del nuovo governo inglese. E, di conseguenza, dello Stato inglese come debitore. Il risultato è stato una storica corsa alle vendite dei titoli di stato denominati in sterline, il cui rendimento è arrivato a toccare anche il 5%. Un problema per chi detiene in portafoglio quei titoli, il cui prezzo ha visto un crollo verticale: in particolare i fondi pensione, che a loro volta hanno iniziato a vendere bond per coprire le perdite. Inoltre la sterlina ha toccato il suo minimo storico contro il dollaro.

Il dietrofront – Per interrompere la salita vertiginosa dei rendimenti la Bank of England è dovuta intervenire con un massiccio piano di acquisto di bond da 65 miliardi di sterline. La misura d’emergenza ha costituito una deviazione dalla politica monetaria attuata dalla BoE fino a quel momento: l’istituto centrale britannico aveva interrotto gli stimoli monetari a luglio 2021 nel tentativo di combattere l’inflazione, che ad agosto ha raggiunto il 9,9%. Ora, per rimediare al terremoto sui mercati, Bailey ha attuato una mossa che rischia di vanificare gli sforzi precedenti e provocare un nuovo aumento dei prezzi. Criticata fortemente non solo dai mercati ma anche dagli stessi componenti del partito conservatore, Truss ha annunciato il dietrofront dal taglio delle tasse ai ricchi lo scorso 3 ottobre, poco più di una settimana dopo la sua presentazione. La motivazione: il piano costituiva «una distrazione dalla nostra missione prioritaria di affrontare le sfide che ha di fronte il nostro Paese».

L’attesa per il 14 ottobre – La mossa della Bank of England e la marcia indietro di Truss e Kwarteng hanno ridato respiro alle obbligazioni governative britanniche, ma ora il mercato si chiede cosa accadrà il 14 ottobre, quando gli acquisti dei bond termineranno. E gli analisti credono che gli operatori «metteranno di nuovo alla prova» la tenuta del sistema già prima di quella data, per verificare se i decisori della politica monetaria inglese siano disposti a intervenire di nuovo in caso di disordini sulle borse. Domani sera Bailey proverà a rassicurare la comunità finanziaria, ma gli investitori si preparano già a un’altra settimana difficile.