Il modello di business, citato sul sito, è la New York Stock Exchange. E anche il nome richiama quello della Borsa di Wall Street. StockX è la più grande piattaforma di vendita online di sneakers, uno dei canali di compravendita privilegiato di un mercato che, su scala globale, vale 78 miliardi di dollari e vende scarpe come fossero azioni o titoli di Stato.

La storia – Dietro a questo vero e proprio mercato virtuale, dedicato alle scarpe da ginnastica, ci sono Josh Luber, già dipendente di Ibm e collezionista di sneakers, il patron dei Cleveland Cavaliers Dan Gilbert e il suo collaboratore Greg Schwartz. Ogni prodotto in vendita viene ispezionato direttamente dal personale della piattaforma, al fine di garantirne l’autenticità e le condizioni. Il meccanismo di vendita è identico a quello delle borse azionarie, tanto che c’è chi ha definito StockX «la prima Borsa di beni di consumo»: i venditori indicano ciascuno un prezzo iniziale, e chi è in cerca di quel paio può decidere di pagare il più basso tra quelli proposti; oppure il compratore può presentare un’offerta più bassa e aspettare che questa venga accettata da un venditore. Nel 2019, StockX ha lanciato la prima “offerta pubblica iniziale” (Ipo secondo l’inglese finanziario) della propria storia: i prodotti erano 800 coppie di ciabatte, lanciate in esclusiva sul sito, per le quali sono arrivate oltre diecimila offerte. Dal 2016, quando è stata lanciata, la piattaforma con base a Detroit ha ampliato la gamma dei prodotti offerti fino ad includere vestiti, carte da collezione e, dal novembre del 2020, articoli di elettronica. Nel 2018, StockX è stata la startup americana col maggior tasso di crescita e oggi il suo valore è stimato in 2,8 miliardi di dollari.

I record – In un anno come il 2020, in cui le piattaforme online hanno vissuto una fase di crescita esponenziale, le vendite su StockX hanno segnato una serie di record: tramite il sito sono state effettuate 7,5 milioni di transazioni, per un valore lordo della merce venduta pari a 1,8 miliardi di dollari e un totale di 200 milioni di visitatori. Il 60% dei venditori attivi sulla piattaforma hanno portato a termine la prima vendita lo scorso anno. Le vendite sono aumentate a tal punto che StockX ha diffuso il primo “Current Culture Index”, per capire non solo i trend di vendita di oggi, ma anche quelli del futuro. Nel 2020, le scarpe più acquistate sono state quelle di Jordan, Nike e Adidas, mentre il podio delle vendite di capi d’abbigliamento vede al primo posto Supreme – il più famoso brand di streetwear a livello globale, venduto a fine 2020 per 2,1 miliardi di dollari – seguita da CactusJack, il marchio del rapper Travis Scott, e la californiana Fear of God. Tra gli investitori che hanno puntato su StockX ci sono anche grandi star della musica e dello spettacolo, su tutti il rapper Eminem e l’attore Mark Walhberg, grandi appassionati di sneakers che in passato hanno collaborato con Jordan per realizzare due modelli personalizzati – su StockX, queste paia sono in vendita rispettivamente a 12.377 e 35.606 euro.

Un nuovo mercato – Tra gli articoli più cercati su StockX ci sono proprio le cosiddette “collab”, ovvero delle collezioni di pochi capi (“capsule” in gergo) sviluppate da marchi di streetwear insieme alle maison del lusso internazionale. La prima, e ancora oggi più ricercata, fu lanciata nel 2017 da Supreme e Louis Vuitton. Anche un marchio simbolo della moda made in Italy come Gucci ha deciso di lavorare ad una capsule con The North Face, messa in vendita nelle boutique a gennaio 2021. Del resto, l’Italia è uno dei Paesi dove StockX ha riscontrato il maggior successo: la versione italiana della piattaforma, online dal giugno del 2019, è cresciuta del 265% nell’ultimo anno ed è il secondo Paese in Unione europea per volume di vendite.