Piazza Affari

Piazza Affari a Milano (Ansa)

Da Tokyo a Milano, al timone della Borsa c’è la Cina. La paura per la sua scarsa liquidità ha innervosito i mercati, già tesi per l’annuncio della Federal Reserve di una politica monetaria meno aggressiva. Risultato: la mattina del 25 giugno si è chiusa con quotazioni in calo – anche se contenuto – a Oriente e positive in Europa. Dove però le aste dei titoli di Stato registrano un aumento dei tassi. Succede in Spagna e in Italia: qui lo spread tra Btp e Bund tedeschi sfiora di nuovo i 300 punti. Segno che qualche preoccupazione, nella finanza, esiste.

Se Shangai ha chiuso con appena uno 0,18% in meno è grazie allo sprint finale, raggiunto dopo cali di oltre due punti. Altalena pure per l’indice giapponese Nikkei, che a scambi conclusi, in seguito a un ribasso dello 0,72%, è sceso sotto 13mila punti. Dall’1,4% di Parigi allo 0,8 di Francoforte, invece, è segno “più” per le Piazze europee. Resistono ai timori asiatici ma non li ignorano. Così in Italia il tasso di interesse sulla scadenza a 5 anni, rispetto all’asta di maggio, è salitio dell’1,08% fino al 2,91% e quello sulla scadenza a 15 anni al 3,75% dal 3,23% del collocamento di febbraio.

Gli interessi che dovranno essere pagati nel 2018 e nel 2016 crescono, ma la raccolta resta buona. L’Italia piazza titoli di Stato a medio e lungo termine per un miliardo di euro, il massimo previsto. In Spagna tiene la domanda sui nove mesi, va giù quella sui tre mesi. Un risultato più modesto. Che arriva però insieme alle dichiarazioni del ministro dell’Economia Luis de Guindos su una lieve ripresa dell’occupazione nel secondo trimestre. Da Est a Ovest i malati sembrano migliorare, con ritmi diversi. Ma la terapia può ancora spaventare i mercati.

Giuliana Gambuzza