French-Italian computer expert, Herve Falciani, who worked for British bank HSBC, a collaborator of the vigilance committee of the political party Net Citizen Party X, offers a press conference in Madrid, Spain, 29 January 2014.    ANSA/JUAN CARLOS HIDALGO

Hervé Falciani, 45 anni, ingegnere informatico italo-francese. È lui l’autore dell’omonima lista al centro dello scandalo SwissLeaks (foto Ansa)

«Non è finita qui. Abbiamo le prove di nuovi scandali. Altre banche saranno coinvolte». Hervé Falciani, 45 anni, l’ingegnere italo-francese autore dell’omonima lista al centro dell’inchiesta SwissLeaks promette nuove rivelazioni. Mentre infiammano le polemiche sui presunti evasori italiani e proseguono le inchieste, in un’intervista del 10 febbraio al Sole 24 Ore l’ex dipendente della Hsbc Private Bank ha commentato la pubblicazione da parte de L’Espresso dei nomi degli evasori italiani: «L’obiettivo non è mai stato far conoscere i nomi, ma far capire che esiste un sistema industriale che all’interno delle grandi banche private opera per aggirare le regole».

«È un sistema che conosce molto bene le leggi e che proprio per questo riesce a evitarle. E lo fa a tutti i livelli», ha spiegato Falciani. E che il sistema funzionasse anche In Italia e fosse specializzato lo confermano le circa tremila verifiche della Guardia di Finanza e le indagini di tre procure.Torino e Genova lavorano sul caso da cinque anni. E a breve anche altri magistrati cominceranno a indagare sui 5.439 nomi italiani contenuti nella prima lista Falciani. In tutto sarebbero 741 i milioni di euro inevasi e sottratti al fisco. Ad aver trasferito i propri conti in Svizzera sono finanzieri, industriali ma anche personaggi dello sport e della moda: tra gli altri anche Valentino Rossi, Flavio Briatore e lo stilista Valentino.

Flavio Briatore e Valentino Rossi: anche i loro nomi  figurano nella lista Falciani (foto Ansa)

Flavio Briatore e Valentino Rossi: anche i loro nomi figurano nella lista Falciani (foto Ansa)

Lo scandalo SwissLeaks esplose alla fine del 2009, quando il ministro del bilancio francese, Eric Woerth, rivelò l’esistenza di una lista di tremila evasori fiscali francesi. Poco dopo Le Monde cominciò a lavorare sul caso scoprendo una rete internazionale e ipotizzando una frode da 180,6 miliardi di euro. La presunta evasione riguarderebbe 100mila clienti e 20mila società offshore. Una mole di soldi che sarebbe transitata sui conti della banca svizzera HSBC di Ginevra tra novembre 2006 e marzo 2007. Negli ultimi anni per scoperchiare il vaso di Pandora dello Swiss-gate oltre a Le Monde, che ha seguito il caso fin dalle origini, hanno lavorato giornalisti di tutto il mondo, coordinati dall’International Consortium of Investigative Journalists.

Carmela Adinolfi