La notizia è finita subito sull’home page del Wall Street Journal“Arrestato il CEO di Finmeccanica”, questo il titolo dell’edizione online del giornale americano. La mattina del 12 febbraio Giuseppe Orsi, presidente e amministratore delegato della più grande società italiana in ambito militare e aerospaziale è stato arrestato con l’accusa di corruzione internazionale, peculato e concussione. Nel 2010, la società diretta da Orsi avrebbe pagato una tangente di 51 milioni di euro per la vendita di 12 elicotteri al governo indiano.

Il provvedimento di custodia cautelare è stato emesso, su richiesta del pubblico ministero Eugenio Fusco, dal giudice per le indagini preliminari di Busto Arsizio che ha disposto, con le stesse accuse, anche gli arresti domiciliari per  Bruno Spagnolini, amministratore delegato di Augusta Westland, l’azienda italiana che ha progettato e costruito gli elicotteri. Un ordine di arresto è stato emesso anche nei confronti dei presunti intermediari della tangente: Guido Hascke e Carlo Gerosa, attualmente residenti in Svizzera.

L’inchiesta, partita da Napoli e condotta dai pubblici ministeri Piscitelli e Woodcock, è poi stata trasmessa a Busto Arsizio per competenza territoriale. Agli arresti sono seguite le perquisizioni nelle sedi di Augusta Westland a Roma e a Milano. I carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico (Noe) hanno “visitato” anche l’appartamento di Orsi e gli uffici di Finmeccanica in piazza San Babila, nel centro del capoluogo lombardo.

Sul caso è intervenuto il premier Mario Monti: “Serve un intervento per estirpare la corruzione dal Paese, non solo a livello internazionale. Su Finmeccanica c’è un problema relativo alla governance: affronteremo anche quello”.

Intanto, Piazza Affari soffre: martedì mattina l’indice Ftse Mib cede lo 0,7%. Proprio per allentare la pressione sulle azioni Finmeccanica, la Consob ha comunicato in una nota il divieto alle vendite allo scoperto sul titolo, in calo di oltre otto punti. La misura sarà valida per il 12 e 13 febbraio.

Maria Chiara Furlò