Un bacino di crediti da 1.272 miliardi di euro. Di cui solo il 44% riscuotibili. È la fotografia che emerge da una serie di audizioni davanti alle commissione Finanze del Senato sulle mancate riscossioni del fisco italiano. Il censimento riguarda gli anni dal 2000 al 2024, un periodo che ha visto una crescita degli arretrati costante: circa 65 miliardi l’anno. E che vede coinvolti circa 22 milioni di debitori, di cui il 60% recidivo. 

La commissione – Il magazzino della riscossione, in cui si accumulano i debiti fiscali non pagati da privati e società, è arrivato alla cifra record alla fine di gennaio. E sarebbe ancora più imponente se, come calcolato dal dipartimento Finanze del ministero dell’Economia, 326 miliardi non fossero stati cancellati in autotutela. Le sue componenti sono articolate in vario modo, come emerso durante le audizioni ancora in corso. Le cifre sono state analizzate e presentate a Palazzo Madama da Roberto Benedetti , presidente della commissione tecnica creata in attuazione della delega fiscale. sotto la guida del viceministro Maurizio Leo.

I numeri – Del totale delle cartelle ancora nella lista dei crediti di Stato, enti territoriali, istituti previdenziali e ordini professionali, 567,85 mld (il 44%) hanno possibilità di riscossione, 537,75 mld (il 42%) sono persi perché dovuti da persone decedute o che risultano nullatenenti, da società cancellate dal registro delle imprese o da soggetti con procedura concorsuale chiusa. Infine una “piccola” parte, corrispondente a 167,31 mld (il 13%) hanno «un profilo di riscuotibilità non determinabile»: è il caso di debiti di società con fallimento in corso o di attività di riscossione sospese ma non ancora cancellate.

I debitori – «I contribuenti con debiti residui da riscuotere, senza considerare eventuali coobbligati, sono circa 22,3 milioni, di cui circa 3,5 milioni persone giuridiche, e i restanti 18, 8 milioni persone fisiche, di cui 2,9 milioni con un’attività economica», ha spiegato in audizione il direttore dell’Agenzia delle Entrate e Agenzia delle Entrate-Riscossione Vincenzo Carbone. E ha sottolineato «l‘elevata recidività dei soggetti che presentano carichi iscritti a ruolo (il 60% dei soggetti è stato iscritto a ruolo in almeno 10 differenti annualità)».

La mappa – Lombardia, Lazio e Campania cumulano da sole il 50% delle mancate riscossioni. Al Nord, dove abita il 56% degli italiani, si ritrova il 42% degli incassi mancati. Al Centro si concentra il 28,2% con quasi il 20% degli abitanti, al Sud, infine, con il 33,5% dei cittadini si trova il 29,8% di riscossioni saltate.

Le soluzioni – Benedetti ha sottolineato l’urgenza di una soluzione, su un doppio piano: chiudere il magazzino dei crediti di Stato accumulati, ed evitare che se ne crei uno nuovo. Per la chiusura di quelli già contratti, il proposito è intensificare la spinta di operatori privati e pubblici alternativi all’agenzia della riscossione, che si candidano a gestire gli arretrati ancora riscuotibili, il cui impiego comunque si tradurrebbe in un minore incasso per l’erario. Il direttore generale Finanze del Mef Giovanni Spalletta, durante l’audizione, ha sottolineato poi l’importanza di incrementare il personale dell’agenzia nazionale, ma anche di poter accedere a più informazioni anagrafiche per la riscossione.