Crescono le entrate dello Stato. Nel 2022, secondo quanto comunicato il 6 marzo 2023 dal ministero dell’Economia (Mef), l’erario ha incassato 544 miliardi di euro di tasse, 48 miliardi in più rispetto al 2021. L’incremento, pari al 9,8%, si deve soprattutto alla crescita del Pil italiano nel 2021 e all’inflazione.

Pil (e tasse) in ripresa – Dopo il 2020 segnato dalla pandemia, nel 2021 il Pil (Prodotto interno lordo) italiano ha fatto segnare una ripresa del 7,5%. Questa crescita ha trascinato al rialzo anche il gettito generato da imposte come l’Irpef, imposta sul reddito delle persone fisiche (+3,9%), e l’Ires, Imposta sui redditi delle società. Quest’ultima ha fruttato all’erario nel 2022 il 43,4% in più rispetto al 2021, grazie alla crescita del numero dei contribuenti e del loro versamento medio. In salita anche l’incasso dell’imposta di bollo (+8,1%) e di quella sulle assicurazioni (+1%)

L’effetto dell’inflazione – L’aumento dei prezzi dei beni di consumo (+8,1% nel 2022) si è tradotto in un maggior gettito dell’Iva, l’imposta sul valore aggiunto, per le casse pubbliche (+16%). Questa tendenza, però, non si è confermata a gennaio 2023: nel primo mese del nuovo anno l’Iva ha generato 3 milioni di euro in meno rispetto al 2022, anche se il Mef ha sottolineato in una nota di aver in parte modificato i suoi criteri di classificazione delle entrate. Nel complesso però anche a gennaio si è registrato un aumento del gettito fiscale (+1,2% rispetto allo stesso mese del 2022) dovuto soprattutto alle imposte dirette, a partire dall’Irpef (+2,6%).