Bank of Japan riflessa in una vetrina

Tassi di cambio determinati dal mercato e non da scelte politiche. E’ questo l’impegno che i membri del G7 sono pronti a riaffermare nel loro prossimo incontro. Le sette maggiori potenze industriali del mondo – Usa, Giappone, Gran Bretagna, Francia, Italia, Germania, Canada – si consulteranno tra venerdì 15 e sabato 16 febbraio a Mosca, proprio sul tema dei tassi di cambio. Agiranno, come si legge in una nota, “come opportuno” sul fronte valutario. Si impegneranno quindi a “non adottare obiettivi relativi al cambio delle rispettive valute, e a orientare le politiche monetarie verso obiettivi interni”.

L’argomento dei tassi di cambio è di forte attualità economica dopo le polemiche tra Francia e Germania sull’apprezzamento dell’euro, e le accuse rivolte da più a parti a Cina e Usa di tenere la propria moneta sottovalutata.

Agli occhi dei protagonisti di questa “guerra valutaria”, il principale responsabile dell’escalation sembra però essere il Giappone: la Bank of Japan, come auspicato dal premier Shinzo Abe, si sta muovendo per spingere al ribasso lo yen. E già prima le operazioni di riacquisto di bond della Fed avevano fatto emergere preoccupazioni dall’America Latina all’Europa.

Secondo quanto afferma il G7, non sarà utilizzato alcuno strumento, coordinato a livello internazionale, al di sopra della sovranità dei singoli paesi dello scacchiere economico. “Continueremo a consultarci – chiude la nota – in modo ravvicinato sui mercati valutari e coopereremo nel modo appropriato”.

Francesco Giambertone