Atterraggi precisi e automatici, mobilità migliorata e trasferimento di dati ad alta velocità e bassa latenza, tutto questo però sulla Luna. Il programma dell’Esa, Moonlight Lunar Communications and Navigation Services, prende sempre più forma e l’accordo tra le due joint venture spaziali, l’italiana Leonardo e la francese Thales, sembra confermarlo. A Thales Alenia Space andrà il compito di progettare, sviluppare e dispiegare i 4 satelliti di navigazione in orbita lunare.

Il programma Moonlight – Il progetto è iniziato nel 2021 e punta a supportare le prossime 400 missioni lunari previste per i prossimi 20 anni. Moonlight si propone, infatti, come punto di riferimento e modello pilota nell’ambito delle missioni lunari istituzionali e commerciali, garantendo esplorazioni sostenibili e sviluppi nell’economia lunare. Il primo passo sarà la costruzione di una costellazione satellitare, fortemente voluta dall’Esa, che permetterà di migliorare le comunicazione con la Terra con una linea di dati veloce e affidabile. Poi il focus virerà su veri e propri terminali lunari, per i lander, i moduli utilizzati per gli allunaggi, e i rover, quelli destinati agli spostamenti sulla superficie lunare. Le basi fisse, ricevendo il segnale diretto dei satelliti, garantiranno atterraggi sicuri e precisi anche in situazioni di difficoltà, come all’interno dei crateri lunari. I segnali dei satelliti Moonlight saranno basati sugli standard internazionali, così da permettere ampia accessibilità a tutte le agenzie spaziali. Per ora l’attenzione principale è rivolta alla Luna, ma in futuro l’Esa spera di poter utilizzare lo stesso modello di costellazioni satellitari anche per le missioni su Marte e nell’ambito del programma Marconi, Mars Communication and Navigation Infrastructure. Con il progetto Moonlight, l’Agenzia spaziale europea cerca di ritagliarsi uno spazio nella corsa a due alla Luna. A dominare questo settore sono ancora Usa e Cina, soprattutto in tema satelliti l’agenzia americana, SpaceX, non ha rivali e Musk può contare sui suoi oltre 8 mila satelliti Starlink geostazionari.

I protagonisti – Thales e Leonardo unite in due joint venture con quote differenti ma interpreti simili. Ci sono loro, infatti, dietro a Telespazio e a Thales Alenia Space. Per la prima le quote di maggioranza sono dell’azienda italiana con un 67% contro 33% francese, per Thales invece la situazione è capovolta, a guidare è la francese sempre con un rapporto 67% a 33%. L’unione delle due società, più in generale, si concretizza nella Space Alliance. Fondata nel 2005 unisce Telespazio e Thales Alenia Space per poter coprire interamente la filiera del settore, dalla costruzione, affidata a Thales, alla gestione operativa, in mano a Leonardo.

I commenti – La soddisfazione per la firma del contratto si evince nella nota congiunta delle due joint-venture. Il progetto è descritto come «essenziale per il ritorno e la presenza a lungo termine sul suolo lunare. Migliorerà l’efficienza e ridurrà i costi delle future missioni». Per l’amministratore delegato di Telespazio, Gabriele Pieralli: «Questo contratto segna un ulteriore passo avanti nelle collaborazioni all’interno della Space Alliance confermando il valore strategico della partnership». Allo stesso modo ha commentato anche Giampiero Di Paolo, amministratore di Thales: «La collaborazione ci permetterà di sviluppare una soluzione chiavi in mano per l’Esa».