C’è tensione tra le mura del colosso Tim. Dopo la nomina del nuovo amministratore delegato Luigi Gubitosi è forte scontro tra gli azionisti Elliot e Vivendi. Lo scorso 18 novembre il cda della compagnia telefonica sembrava aver trovato un accordo sul nuovo timoniere dell’azienda. Grazie ai 9 voti favorevoli su 15 dei consiglieri indipendenti Elliot, azionista di maggioranza, il commissario straordinario di Alitalia ed ex ad Wind aveva battuto Alfredo Altavilla, dato tra i favoriti per la nuova nomina. Ma i cinque consiglieri di Vivendi sono sul piede di guerra.

Un consiglio spaccato – Per la prima volta un ad è stato nominato senza l’unanimità del consiglio e il conflitto tra i due principali azionisti non sembra risolversi. Vivendi, in minoranza rispetto ad Elliot, con i suoi cinque componenti è pronto a rimettere subito tutto in discussione chiedendo la convocazione, dopo sei mesi, di un’altra assemblea per tornare alla conta. Gli uomini della compagnia francese contestano la procedura di nomina: motivo della discordia sarebbe la riunione di sabato 17 novembre organizzata da Conti, presidente Tim, solo tra i 10 consiglieri indipendenti di Elliott escludendo i tre in quota francese: Giuseppina Capaldo, Marcella Moretti e Michele Valensise. Esclusione che, secondo i francesi, sarebbe contraria alle regole. «È stato un capitolo triste di Tim», ha dichiarato l’ex ad Amos Genish, sfiduciato lo scorso 13 novembre dalla stessa maggioranza Elliot. Gubitosi intanto sembra essere concentrato sul suo nuovo incarico: «Tim ha una grande storia e un capitale umano da valorizzare per vincere la sfida del mercato».

L’agenda Gubitosi – «Ridurre il debito ed esaminare con attenzione e velocità il progetto per la costituzione di una rete unica» sono gli obiettivi evidenziati del nuovo amministratore delegato Tim all’uscita dal cda del 18 novembre. In cima all’agenda del nuovo manager di Tim c’è senza dubbio lo scorporo della rete e la sua successiva fusione con Open Fiber. Una mossa caldeggiata dallo stesso governo che tramite il vicepremier Matteo Salvini si è detto favorevole alla creazione di un’unica società: «Dove passano dati sensibili italiani, io preferisco che ci sia controllo pubblico». Il manager dovrà anche gestire i due importanti dossier Persidera e Sparkle. Nei prossimi giorni il cda Tim potrebbe avviare trattative in esclusiva con il fondo americano I Squared per la vendita di Persidera, il più importante operatore di rete indipendente in Italia, a 250 milioni di euro circa. Nel frattempo ha già avviato le procedure per la vendita della Sparkle, l’azienda italiana che fornisce fibra ottica, per 800 milioni di dollari.