Un fondo da un miliardo di euro per le sfide che la transizione ecologica pone all’automotive. Lo ha annunciato il ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti in un’intervista a Il Sole 24 Ore. Il vicesegretario della Lega ha aggiunto: «L’idea è di vararlo nel Consiglio dei Ministri di venerdì. Il fondo sarà poi declinato dai ministeri sia sotto il profilo degli incentivi sia sull’altro corno del problema industriale che abbiamo di fronte, cioè l’aiuto alla riconversione della nostra catena produttiva».

Eccellenza italiana – Oltre al nuovo fondo, la maggioranza nell’ultima legge di Bilancio ha investito 300 milioni, che restano però ancora in attesa dei provvedimenti attuativi. 150 milioni saranno dedicate a misure di supporto per i concessionari, il resto verrà impiegato per la transizione industriale. L’Italia ha 450 imprese e 70mila occupati impiegati nella produzione di componenti del motore tradizionale che è un’eccellenza del nostro Paese dal 1877: fu l’ingegnere toscano Nicolò Barsanti a inventare il motore a scoppio. Oggi però va affrontata la sfida ecologica: «Ho la sensibilità di chi produce in Italia e non in Asia. Penso che non dobbiamo fermarci all’elettrico anche per favorire l’acquisto di vetture più economiche a favore di classi meno abbienti. Tutta la nuova frontiera dell’elettrico implica un minore impiego di manodopera», ha spiegato Giorgetti.

Stellantis – Le preoccupazioni aumentano anche perché il gruppo Stellantis ha immatricolato a gennaio in Europa Occidentale 156.673 auto, il 12,4% in meno dello stesso mese del 2021. La multinazionale ha restituito il 28 gennaio 6,3 miliardi di prestito, garantito all’80 per cento da SACE, società per azioni controllata da Cassa Depositi e Prestiti. Secondo Giorgetti, ora esiste il rischio di esuberi proprio perché Stellantis non ha più vincoli occupazionali derivanti dal finanziamento ricevuto: «La nuova filiera elettrica richiederà comunque metà della manodopera oggi impiegata da quella tradizionale», ha spiegato il ministro al Corriere della SeraAnche da questo nasce la necessità di finanziare l’automotive.

Gli obiettivi di Tavares – Il governo supporterà con 369 milioni di euro la gigafactory per produrre le batterie che sorgerà a Termoli (Campobasso): «Siamo convinti che Stellantis debba continuare a essere ingaggiata in Italia, ma non è così scontato e non è così obbligato per loro farlo», ha spiegato Giorgetti. L’amministratore delegato del gruppo Carlos Tavares aveva infatti dichiarato al Corriere che «nel 2021 in Italia il costo di produzione di un’auto era significativamente più alto, a volte doppio, rispetto alle fabbriche di altri Paesi europei, nonostante un costo del lavoro più basso». L’obiettivo del manager portoghese è migliorare l’organizzazione della produzione per fronteggiare la transizione ecologica suggerita dalla Commissione europea attraverso misure come lo stop alla vendita di auto con motori a scoppio dal 2035.