Urbano Cairo

Urbano Cairo, nuovo proprietario di La7 (Ansa)

«È fatta. Telecom cede La7 a Cairo». In una nota del 5 marzo il gruppo conferma l’anteprima, lanciata con un tweet delle 14:58 del giorno prima dal giornalista di La7 Gad Lerner.

Finisce così, con il sì del consiglio di amministrazione di Ti Media pochi giorni dopo la scadenza dell’esclusiva con Cairo, una trattativa lunga otto mesi. Non l’hanno fermata gli allarmi su possibili conflitti d’interesse (il proprietario di Cairo è un ex dirigente della Fininvest di Berlusconi) né l’avanzata di nuovi concorrenti, Della Valle e fondo Clessidra in testa.

I termini dell’accordo parlano di perdite, frequenze, vincoli di tempo. Cairo pagherà un milione di euro a Telecom Italia Media. In più, si impegna per due anni a non cedere La7 e a usare Telecom Italia Media Broadcasting per la trasmissione delle frequenze. Resta esclusa dall’operazione la quota di Mtv Italia (51 percento) detenuta dalla stessa La7. In cambio la tv dovrà essere ripulita dai debiti e consegnata con un patrimonio di 138 milioni di cui almeno 88 di cassa.

La clausola richiederà un aumento di capitale da parte dei vecchi azionisti, visto che nel 2012 Ti Media ha accumulato strumenti finanziari di debito per 260 milioni, quasi tutti in capo a Telecom, che la controlla. Ma permetterà al nuovo editore di coprire le perdite fino a un anno e mezzo. Perdite che spiegano la cifra d’acquisto, considerata bassa al limite del simbolico.

Con l’operazione Cairo, già attiva nel settore dei periodici, sbarca nell’editoria televisiva. Mentre Ti Media si libera di una tv con i conti in rosso, mantenendo la proprietà delle frequenze attraverso la controllata Telecom Italia Media Broadcasting. Una vera «patata bollente», si è lasciato sfuggire ai microfoni di Radio24 Urbano Cairo, al vertice dell’omonimo gruppo, che da anni raccoglie la pubblicità per il terzo polo televisivo italiano.

Indecisa l’accoglienza dell’operazione da parte di Piazza Affari. Il giorno dopo l’annuncio, il titolo Telecom Italia segna un più 2%. Molto bene anche Cairo Communication, mentre la controllata Ti Media nella mattinata di martedì cedeva otto punti percentuali. Per la conclusione definitiva del contratto si aspettano solo le autorizzazioni delle autorità di vigilanza AgCom e Antitrust, che dovrebbero arrivare nel giro di pochi mesi e non preoccupano i due firmatari.

Giuliana Gambuzza