Continua la «modesta ripresa» dell’Italia, ma anche il prossimo anno il nostro Paese, con un tasso di crescita fermo allo 0,9%, rischia di rimanere il fanalino di coda dell’Ue. Secondo le ultime previsioni della Commissione europea il maggior fattore di crescita nel 2016 è stata l’espansione della domanda interna, insieme alla ripresa degli investimenti. «Persistono» tuttavia «le fragilità strutturali che conosciamo», ha dichiarato il commissario agli affari economici Pierre Moscovici, presentando le nuove stime che confermano quelle invernali. L’ottimismo è maggiore, se si guarda ai dati complessivi dell’Eurozona: si prevede infatti una crescita stabile per i prossimi due anni, con un rialzo del Pil all’1,7%.

L’Italia rimane ultima – L’Italia quest’anno dovrebbe crescere dello 0,9%, passando al +1,1% nel 2018. L’andamento, coerente con le stime del governo Gentiloni, rimane molto al di sotto della media europea. Nel 2017 ci sarà anche un leggero aumento del debito italiano che raggiungerà il 133,1% del Pil (+0,5% rispetto al dato del 2016), per tornare a scendere al 132,5% nel prossimo anno. «Incertezza politica e il lento risanamento del settore bancario rappresentano dei rischi al ribasso sullo scenario di crescita», fa sapere Bruxelles. L’aumento è «dovuto anche alle risorse aggiuntive stanziate per il sostegno pubblico al settore bancario e agli investitori retail», scrive la Commissione Ue. Per quanto riguarda i conti pubblici, le previsioni sono meno nere di metà febbraio. La “manovrina” da 3,4 miliardi sul deficit strutturale sembra aver dato dei frutti: secondo le stime nel 2017 il deficit nominale sarà del 2,2% (a febbraio era dato al 2,4%) che salirà al 2,3 ( a febbraio si ipotizzava il 2,6) nel 2018. Il peggioramento del deficit strutturale mostra il ritardo italiano nel risanare i conti.

Anche la Francia è al rilento – Crescita debole anche Oltralpe. Il Pil francese quest’anno rimarrà fermo all’1,4% e crescerà dell’1,7% l’anno prossimo. Il deficit inoltre sarà del 3%, un miglioramento rispetto al 3,4 dello scorso anno, ma non vengono soddisfatte le stime invernali che prevedevano una riduzione del 2,9%. Ora Bruxelles confida sul nuovo presidente. «Sono lieto, e questo sentimento è condiviso all’interno della Commissione», così Moscovici commenta la  vittoria di Emmanuel Macron alle elezioni francesi, che ha consentito di «evitare la minaccia di un populismo xenofobo violento e antieuropeo». «È un europeista impegnato», aggiunge l’ex ministro francese, «che potrà realizzare progressi nella governance dell’eurozona, benvenuto».

Si rafforza la crescita dell’Eurozona- L’Europa sembra crescere più dell’America. Si attende infatti una crescita del 1,7% del Pil, contro il timido 0,7 del rialzo americano. Buone notizie per l’Eurozona anche sul fronte dell’occupazione. Dopo il calo a 9,4% del 2017, la disoccupazione scenderà all’8,9% nel 2018, registrando il dato più basso dal 2009. Analogo il trend anche nell’Europa a 28 che nel 2018 avrà un tasso di disoccupati del 7,7%, record più basso dal 2008. Secondo la Commissione qualche rischio per la crescita Ue può venire «dalla futura politica economica e commerciale Usa e più ampie tensioni geopolitiche». Anche gli imminenti negoziati della Brexit e l’aggiustamento economico della Cina potrebbero minare la ripresa europea. Il peggio però sembra passato e l’incertezza economica, secondo Moscovici, «dopo le elezioni in Olanda e in Francia, dovrebbe continuare a diminuire nei mesi a venire, all’avvicinarsi della conclusione dell’impressionante ciclo elettorale in Europa».