Dazi, ora è scontro vero. Da oggi sono in vigore i controdazi cinesi imposti come ritorsione alle misure statunitensi, ovvero alle tariffe del 10% ordinate da Donald Trump per contrastare le esportazioni in Usa dei principi attivi del Fentanyl. Nei giorni scorsi i mercati avevano sperato che Trump si sarebbe comportato con la Cina come ha fatto con Canada e Messico, per i quali ha deciso di trattare e posticipare di un mese l’applicazione delle imposte. Così non è stato, e Pechino ha deciso di reagire. Le misure della Cina coinvolgono le esportazioni Usa di gas naturale liquefatto, carbone, petrolio greggio, attrezzature agricole e alcuni beni per l’automotive. Le imposte applicate variano dal 10% al 15%, per un totale di circa 20 miliardi di dollari di beni colpiti, mentre le misure americane colpiscono circa 450 miliardi di dollari di beni cinesi. Nonostante la guerra commerciale, il mercato azionario cinese ha aperto la settimana positivamente: l’indice Composite di Shanghai sale dello 0,56%, mentre quello di Shenzhen segna un progresso dell’1,08%.

Stretta sui metalli – Domenica 9 febbraio Trump ha annunciato anche di voler applicare dazi del 25% su tutte le importazioni di acciaio e alluminio, comprese quelle da Canada e Messico. La dichiarazione è stata fatta ai giornalisti sull’Air Force One, mentre si recava a New Orleans per il Super Bowl. Ha affermato che l’annuncio ufficiale sui nuovi dazi sarebbe arrivato oggi, 10 febbraio 2025. Ancora non è chiaro se darà seguito a queste dichiarazioni, ma paesi esportatori come la Corea del Sud, che vede negli Stati Uniti il principale mercato di destinazione del suo acciaio e alluminio, si stanno già muovendo per cercare altri mercati. Oltre alla Corea del Sud, i Paesi più colpiti saranno Canada (principale fornitore di alluminio degli Usa), Brasile, Messico e Vietnam.

Oltre i dazi – Quello tra Cina e Stati Uniti è uno scontro con risvolti al di là di quelli puramente commerciali. La scorsa settimana Pechino ha annunciato un’indagine antitrust su Google e Illumina, una società biotecnologica statunitense. Inoltre ha inserito nell’elenco delle “entità inaffidabili” la PVH Corp, holding di marchi come Calvin Klein e Tommy Hilfiger, per aver adottato misure discriminatorie nei confronti delle imprese cinesi. Il paese asiatico ha anche deciso di limitare le esportazioni di terre rare negli Stati Uniti, metalli fondamentali per le industrie legate alla difesa e la produzione di pannelli solari e di batterie per veicoli elettrici.