Oltre 145 milioni. Questo il numero di veicoli elettrici che saranno presenti nel mondo nel 2030 a politiche attuali invariate. A stimarlo è uno studio dell‘Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA) l’organizzazione fondata dall’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) nel 1974. L’ente nato dopo la crisi petrolifera del 1973 sostiene che la cifra potrebbe lievitare a 230 milioni se i governi accelereranno sulla riduzione delle emissioni.

La situazione nel 2020 – Erano 10 milioni le auto elettrice presenti nel mondo alla fine del 2020. Una cifra frutto del 41% di immatricolazioni in più (pari a 3 milioni di veicoli) in un anno nonostante il calo delle vendite globali del 6%. Il 90% dei nuovi mezzi è stato prodotto da 20 aziende. E 18 di queste (tra cui Stellantis, la nuova joint venture tra Fca e Peugeot) hanno annunciato di voler ampliare la gamma di modelli elettrici, aumentando rapidamente la produzione di quelli incentivati dai governi. Inoltre, proprio nell’anno della pandemia, per la prima volta l’Europa ha superato la Cina come il più grande mercato di veicoli a zero emissioni. Va anche ricordato che il Dragone non è membro dell’IEA ma solo un Paese associato.

Uomini e governi – I singoli cittadini hanno speso quasi 10 volte più dei governi per veicoli elettrici negli ultimi 12 mesi. La spesa dei primi è stata infatti pari a 120 miliardi di dollari mentre i Paesi hanno investito 14 miliardi in incentivi (il 25% in più del 2019). E questo aumento è dovuto principalmente alla crescita delle detassazioni in Europa. Il trend – scrive l’Agenzia – mostra però che i veicoli elettrici stanno diventando sempre più attrattivi per i cittadini anche senza investimenti governativi. Quali potrebbero essere gli effetti di questa tendenza? Secondo l’IEA, a politiche vigenti le emissioni di gas serra globali potrebbero calare di più di un terzo rispetto ad un parco auto fatto solo di motori a combustione interna. Ma cospicui investimenti governativi porterebbero il calo a due terzi.

Incentivi e tasse – L’agenzia intergovernativa suggerisce anche alcune strade per aumentare il numero di veicoli elettrici. In primo luogo, la via legislativa. Ad esempio, al 31 dicembre 2020 erano 20 i paesi ad aver annunciato divieti di vendita delle auto tradizionali o che permettevano solo l’acquisto di veicoli a zero emissioni. Consapevole della crisi, l’IEA invita inoltre ad incentivarne ancora la vendita come fatto in Europa. E spinge anche per rimandare l’eliminazione progressiva dei sussidi, come avvenuto in Cina. Un’altra strada può essere quella di tassare vetture diesel e benzina «in base al loro impatto ambientale e umano».