Il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, espone le considerazioni finali all’assemblea ordinaria dei partecipanti, a Roma. Foto ANSA
“Sarebbe prematuro esprimersi ora sul Jobs Act”. È stato prudente Ignazio Visco, governatore della Banca d’Italia, quando ha parlato di riforme, durante le considerazioni finali del 26 maggio. È passato troppo poco tempo dall’entrata in vigore della riforma del lavoro per dare un giudizio. Ma un dato che non si può non considerare come già positivo c’è: sono i 48mila nuovi contratti a tempo indeterminato siglati nel 2015. “La ripresa avviata nel nostro Paese nel primo trimestre di quest’anno dovrebbe consolidarsi in quello in corso e nei prossimi”, ha poi aggiunto Visco che riguardo al futuro dell’Italia è fiducioso. E se sul Jobs Act non si è voluto esprimere, un giudizio sulle pensioni invece l’ha dato, ed è stato positivo: “I conti tengono anche grazie a questo provvedimento, a differenza di altri paesi”.
La crescita è possibile, ma le priorità devono restare le riforme e l’innovazione, campi in cui non si è ancora fatto abbastanza. “In Italia c’è un ritardo sia nei livelli di istruzione sia nelle competenze, ma manca anche l’attenzione alle nuove tecnologie”, ha dichiarato il governatore che ha poi invitato a riflettere sulle differenze con la Germania: “L’attività innovativa in Italia è meno intensa che negli altri paesi avanzati. Siamo in ritardo soprattutto rispetto ai tedeschi nei settori industriali che usano di più le nuove tecnologie”.
Punto cruciale per l’Italia rimane la crisi della Grecia, dove solo per riavviare il mercato servirebbero almeno 25 miliardi di euro. “Nell’interesse di tutti i Paesi dell’area dell’euro la crisi greca va governata. Finora le ripercussioni sull’ Ue sono state limitate ma se la Grecia non attuerà le riforme, allora tutti risentiremo degli effetti destabilizzanti”, ha affermato Visco.
Federica Villa
