“Mediaset Premium? E’ come se ci avessero invitato a cena in un ristorante a 3 stelle e poi ci siamo ritrovati in un McDonald’s”. Così Arnaud de Puyfontaine, presidente del management board di Vivendi. Dalla rottura dello scorso luglio, alla scalata silenziosa dei francesi iniziata a novembre. Vivendi non si ferma e annuncia di voler raggiungere il 30% delle quote di Mediaset, soglia limite per presentare l’Opa (offerta pubblica di acquisto).
Prove d’intesa (mancata). Venerdì 16 dicembre de Puyfontaine ha incontrato Pier Silvio Berlusconi a Cologno. Le parti non hanno trovato un accordo e adesso il gruppo francese non nasconde la volontà di conquistare la tv italiana.”L’aggressività? E’ il nostro modo per arrivare a un risultato positivo. Ma non siamo ostili”.
Vivendi marcia su Mediaset. Partita dal 3%, arrivata al 20%, adesso punta a comprare il 30% del pacchetto azionario. Lunedì 20 dicembre la società di Vincent Bolloré ha riunito il consiglio di gestione, il quale ha dichiarato ufficialmente di voler “aumentare il suo investimento acquistando ulteriori azioni entro il limite del 30% del capitale”. Ovvero i francesi intendono arrestare la scalata appena sotto la soglia oltre la quale sarebbero costretti a lanciare l’Opa.
La pillola avvelenata. La scalata di Bolloré non è spianata: scalzare Berlusconi dal controllo del gruppo televisivo creato dall’ex premier italiano 29 anni fa si scontra con la cosiddetta “poison pill”. Fininvest ha come asso nella manica la delibera approvata dall’assemblea di aprile che autorizza il Cda ad acquistare entro 18 mesi fino al 10% del capitale. E su quei titoli viene sterilizzato il diritto di voto. Benché l’operazione costi alla società all’incirca 400 milioni secondo i prezzi attuali delle azioni, in questo modo la maggioranza assoluta si collocherebbe al 45% più un’azione. Decisamente alla portata di Fininvest. Questa pillola avvelenata fa sì che il 10% del gruppo verrebbe esonerato dal diritto di voto nel board.
Gli azionisti di Mediaset. La partita riguarda anche gli altri gruppi che possiedono una fetta della tv dei Berlusconi. Se la famiglia riuscisse a portare dalla sua parte i fondi Mackenzie e Lazard, che da soli hanno il 2,7% e il 5,6%, sarebbe scongiurato il pericolo di controllo di Vivendi. Big della finanza europea come Rothschild, che detiene l’1,5% di Mediaset, hanno sempre condiviso la linea con Fininvest e potrebbero essere una carta in più da giocare per fermare la scalata ostile di Bolloré.