Non è ancora detta l’ultima parola, ma l’impero Yahoo sembra ormai destinato al tramonto. A un passo dalla chiusura dell’accordo con il colosso delle telecomunicazioni Verizon Communication, che sta assorbendo la società di servizi internet fondata nel 1994 da David Filo e Jerry Yang per 4,8 miliardi di dollari, Yahoo si prepara a perdere il suo amministratore delegato Marissa Mayer. E non sono lei. A lasciare ci sarebbero lo stesso co-fondatore Filo e altri top manager. Il numero dei membri del consiglio di amministrazione passerebbe così da 11 a cinque: rimarrebbero Tor Braham, Eric Brandt, Catherine Friedman, Thomas McInerney e Jeffrey Smith. Yahoo perderebbe il suo stesso nome se l’affare con Verizon andasse in porto. Si trasformerebbe in Altaba, passando dall’essere una delle società pioniere della fornitura di servizi internet a nient’altro che una compagnia di investimenti, con grosse partecipazioni in Alibaba Group Holding e Yahoo! Japan, pari al 15% per il primo e al 35,5% del secondo.

Il taglio netto con il passato sembra la strada da intraprendere. A nulla sarebbe servita la “cura Mayer”, fatta di tagli alle spese e licenziamenti (circa tremila persone in tre anni). Al comando di Yahoo dal 2012, quando fu strappata a caro prezzo a Google perché risollevasse le sorti dell’azienda, nei mesi scorsi l’ingegnere statunitense è finita nella bufera mediatica perché accusata di essere a conoscenza degli attacchi hacker che hanno colpito Yahoo fra il 2013 e il 2014 e di averli tenuti nascosti al Cda e agli utenti per non turbare le trattative con Verizon. Gli attacchi informatici violarono un miliardo e mezzo di account degli utenti, con conseguente intrusione nei dati personali e sensibili degli stessi. Un brutto colpo per l’amministratore delegato, per la società che ha perso miliardi di dollari in borsa e per le trattative per la fusione al fornitore di telecomunicazioni amministrato da Ivan Seidenberg.

Verizon ora sembra a un passo dal conquistare Yahoo per poco meno di cinque miliardi di dollari. Lontani anni luce da quei 44 miliardi e mezzo che nel 2008, meno di dieci anni fa, aveva offerto Microsoft per la società.