«Signori la sala è piena, accomodatevi nel foyer». Alle 11 di domenica 5 febbraio 2023 al teatro Franco Parenti di Milano non ci sono più posti. Un ragazzo in tuta da lavoro rossa reindirizza chi è rimasto in piedi verso i tavolini di legno dell’atrio. Qui uno schermo trasmette gli interventi dei leader del Terzo Polo, Matteo Renzi e Carlo Calenda, e della candidata alla regione Lombardia Letizia Moratti.

Teatro Parenti Letizia Moratti

Alcuni sostenitori di Letizia Moratti che seguono il suo intervento dal foyer del teatro Parenti di Milano (foto di Marta Di Donfrancesco)

La Twingo del Pd – In sala l’entusiasmo è palpabile. Il pubblico chiama «Letizia, Letizia» ma bisogna aspettare. Prima dell’intervento di Moratti ci sono quaranta minuti di show dei suoi promotori che si salutano con un paio di bacetti come due amici che non si vedono da un po’. Matteo Renzi apre le danze facendo quello che sa fare meglio: intrattenere la folla. E la folla risponde con applausi scroscianti appena lui dice «Buongiorno». Per venti minuti l’ex premier cammina avanti e indietro sul palco, si infervora, attacca gli avversari con battute salaci. La prima stoccata è per il governo: «L’applauso sul “buongiorno” riusciva anche a Donzelli, non esageriamo». Poi tocca al Partito Democratico: «Avevano noi due che parlavamo di industria 4.0, hanno preso Bettini e Speranza e fatto entrare Di Maio. Avevano una Ferrari e hanno preso una Twingo». In sala il pubblico ride. Una signora commenta: «Però è proprio simpatico». Sul «Pd grillinizzato» Renzi non molla la presa (e gli spettatori lo sostengono), però puntualizza: «Ovviamente auguriamo il meglio ai nostri amici della Twingo».

Il gin tonic di Bonaccini – Carlo Calenda preferisce parlare dal podio: «Almeno nascondo la pancia». Deve dimagrire in vista di un intervento e questo lo rende triste, ha spiegato, ma l’energia non gli manca. Sull’autonomia differenziata non usa mezzi termini («è un gran casino») e ai milanesi accorsi ad ascoltarlo dice: «Però consolatevi: ci potrà essere l’insegnamento del lombardo in classe. L’inglese no perché, direbbe Giorgia Meloni, è “mainstreamme”». Risate generali. Oltre al governo, Calenda ne ha anche per i suoi compagni di opposizione: «Giuseppe Conte che si dichiara erede di Berlinguer» e «Stefano Bonaccini che ha un momento di complessità, deve essere andato giù di gin tonic parecchio». Il leader del Terzo Polo parla poi del Movimento 5 Stelle («c’è una grandezza nel loro vuoto che si può comprendere solo con la teoria quantistica») e, di nuovo, del Pd: «Un partito che dice a Giarrusso che può entrare se si scusa non ha dignità». L’entusiasmo cresce e qualcuno in platea grida: «Bravo!». Quando giunge alla questione delle regionali, Calenda si rivolge agli ascoltatori: «Votare Fontana è immorale. Votare Majorino non è immorale… Trovate voi la parola». Una donna urla: «Demenziale!».

Matteo Renzi e Carlo Calenda sul palco del teatro Parenti

Matteo Renzi e Carlo Calenda sul palco del teatro Parenti (foto di Marta Di Donfrancesco)

Moratti contro Fontana – Verso mezzogiorno e mezzo arriva il momento di Letizia Moratti. Il pubblico si alza in piedi. Standing ovation per l’ex assessora alla Sanità che riporta l’evento alla moderazione e alle sue proposte per la Lombardia. Non rinuncia, però, a lanciare una frecciata al presidente uscente Attilio Fontana: «Ha bisogno di Salvini e chiama qui cinque ministri, scomodando mezzo governo». Il riferimento è all’evento organizzato dalla Lega sabato 28 gennaio al teatro Manzoni.

Poco prima dell’una, gli spettatori lasciano il teatro. All’uscita un paio di militanti distribuiscono volantini e rane-portachiavi. Renzi e Calenda si defilano in fretta, mentre Moratti si trattiene con alcuni sostenitori e membri del Terzo Polo. Ci sono, tra gli altri, le ex ministre Mariastella Gelmini ed Elena Bonetti. Quest’ultima, a margine, si augura che Moratti vinca anche per dare una spinta alla parità di genere in Lombardia: «Letizia Moratti è una donna che sa investire nel talento e nell’imprenditoria femminile che questo governo ha deciso di tagliare e su cui la Lombardia non è stata all’altezza». Intanto gli altoparlanti diffondono nell’ambiente “Don’t stop me now” dei Queen. A una settimana dalle elezioni, il Terzo Polo crede nella rimonta.