«Il punto essenziale è quello di mettere la cultura al centro delle politiche regionali». Così Letizia Moratti, candidata civica per la presidenza della Regione Lombardia, ha chiuso così il suo intervento davanti agli imprenditori dello spettacolo lombardi dell’Agis (Associazione Generale Italiana dello Spettacolo). Moratti, unica candidata a non aver ancora incontrato l’associazione, ha sottolineato che per le imprese dello spettacolo servono più fondi, ma soprattutto un piano triennale di sviluppo.

Nella foto da sx: Fiorenzo Grassi, Domenico Dinoia, Letizia Moratti, Tomaso Quilleri

La situazione è critica – A parlare con Moratti erano il presidente dell’Agis Lombardia Domenico Dinoia, il rappresentante delle sale cinematografiche regionali Tomaso Quilleri e il coordinatore dello spettacolo dal vivo Fiorenzo Grassi. Il quadro della situazione non è dei migliori: la Regione è penultima per le spese alla cultura, ma prima per produzione, e i cinema, che rappresentano quasi il 25% dell’incasso nazionale, sono ancora in fase emergenziale con un calo di pubblico del 40% rispetto al 2019, prima della pandemia.
Per risolvere questi problemi, gli imprenditori dello spettacolo dicono alla candidata che servirebbero più fondi e un piano triennale strategico riguardante il loro settore.

L’intervento di Moratti – «Sottoscrivo totalmente quello che avete detto. Quello che manca in Regione, al di là dei fondi, è una visione, una strategia per la cultura», ha risposto Moratti. Secondo l’ex sindaca di Milano serve, per rilanciare la cultura in Lombardia, una progettualità fatta insieme agli imprenditori, lavorare sui dati forniti dal settore dello spettacolo e unire la Cultura col Turismo.
Un elemento centrale del suo discorso elettorare rimanda al suo curriculum (ministro dell’Istruzione, presidente della Rai e prima cittadina di Milano) e quanto di buono agfferma di aver fatto per la protezione e la diffusione della cultura. Infine, afferma di avere «l’autorevolezza di sedersi ai tavoli che contano e farsi valere. A differenza di Fontana che invece si nasconde sempre dietro a qualcuno».

I fondi – Nel programma di Moratti si parla di un raddoppio dei fondi per la cultura, passando dai 50 milioni odierni a 100 milioni. Alla domanda su dove e come recuperare queste risorse, ha risposto parlando del suo operato in Rai, di come ha risanato i conti, di come ha staccato Mediaset negli ascolti e di come ha investito in programmi italiani (citando la creazione di Un posto al Sole). «Io credo di sapere – ha affermato – come si fa a gestire un bilancio pubblico, l’ho fatto nel comune di Milano, l’ho fatto al ministero, non credo di aver problemi a tirare fuori in Regione 50 milioni da investire nella cultura».

Sugli avversari – «Sul tema della Cultura io vedo assenti sia Fontana che Majorino». Moratti non ha perso l’occasione per punzecchiare i suoi diretti avversari. «Se non si cambia mai amministrazione alla fine si gestisce il potere non nell’interesse dei cittadini. Questo è il modo nella quale è gestita la Regione. Ci sono troppi ambiti da migliorare». Una critica alla presidenza di Fontana è anche al modo nel quale sono gestiti i settori in Regione, ovvero “a silos”: «la cultura non è collegata al turismo, all’innovazione, alle imprese. Deve essere un lavoro di sistema».
la candidata non ha rispramiato bordate anche all’opposizione in consiglio regionale, colpevole, secondo lei, di non essersi battuta per mettere la cultura al centro delle politiche regionali: «Il pungolo non c’è stato».

Il commento dell’Agis – «Sicuramente Moratti ha una visione più chiara di cosa farebbe, nel caso che vincesse, rispetto agli altri due». Questo è il commento a caldo del presidente dell’Agis Lombardia Dinoia. Secondo lui, il “curriculum” della candidata civica, la rende una persona molto preparata per affrontare le problematiche del loro settore. Anche il candidato del Pd Majorino è apparso a Dinoia una persona disponibile, con delle buone idee per quanto riguarda la Cultura, ma non specifiche quanto la Moratti. Infine, il presidente dell’Agis non è soddisfatto della gestione di  Fontana durante la sua presidenza alla Regione: «Vabbè, è la continuità. Purtroppo, anche se ci ha promesso anche lui delle cose – dice sconsolato – abbiamo visto cosa è stato fatto in questi anni».

Cultura, Stato e Regioni – Moratti ha parlato con gli imprenditori dello spettacolo promettendo di aumentare i fondi e di rilanciare il loro settore. Ma quali sono i reali poteri di un presidente di Regione per quanto riguarda i sostegli alla cultura e spettacoli? In reaòltà è lo Stato, grazie al Ministero della Cultura, che gestisce l’intero settore. Le Regioni possono svolgere attività di sostegno indiretto tramite un fondo regionale, realizzare o restaurare sedi e istituire osservatori o commissioni. Attività nel complesso marginali. In pratica, un presidente di Regione può soprattutto far sentire la sua voce e far valere la propria eventuale influenza durante la conferenza Stato-Regioni per chiedere più finanziamenti al governo centrale.