Un carro armato Leopard 2

Sono 59 i carri armati che i Paesi occidentali hanno promesso all’Ucraina, un numero che con ogni probabilità è destinato ad aumentare. Gli Stati Uniti hanno sbloccato 31 carri Abrams, il Regno Unito fornirà 14 carri Challenger 2 e la Germania 14 Leopard 2, cui si dovrebbero aggiungere nei prossimi giorni altri 14 carri tedeschi dalla Polonia (serve l’approvazione di Berlino). Altri Leopard 2 sono in arrivo dalla Spagna (ne possiede 320, ma secondo El Pais solo 20 sono aggiornati e in buone condizioni), Portogallo (dovrebbe garantirne quattro), Norvegia (due), e Finlandia, mentre in Danimarca e nei Paesi Bassi (ne hanno 18) la discussione sull’invio di carri è ancora in corso. L’obiettivo europeo, ha dichiarato il governo tedesco, è quello di organizzare al più presto due battaglioni da 40 Leopard 2 ciascuno. La Svezia sta considerando di mandare in Ucraina alcuni dei suoi Stridsvagn 122, una versione locale del Leopard 2, mentre la Slovacchia, per bocca del ministro della Difesa Jaroslav Nad, si è dichiarata pronta a fornire 30 carri armati T-72, a patto di ricevere mezzi occidentali per sostituirli.

Pro e contro – I carri armati in arrivo dall’Occidente, cui bisogna aggiungere i 20 T-72 consegnati dal Marocco, non sono tutti uguali. Gli Abrams statunitensi, definiti da Joe Biden «i più potenti del mondo», sono carri pesanti, in funzione dagli anni Ottanta. Sono armati con un cannone da 120 mm e sono discretamente veloci (72 km/h la velocità massima su strada). Il costo di un’unità è di circa 8 milioni di dollari. Anche i carri armati Leopard 2, di fabbricazione tedesca, sono degli anni Ottanta. Raggiungono una velocità di 70 km/h e hanno un cannone da 120 mm, ma rispetto agli Abrams sono più leggeri e precisi. Questi carri sono i preferiti dagli ucraini proprio per questo mix di precisione e manovrabilità: essendo più agili è anche più facile imparare a usarli e quindi il tempo e il costo di addestramento saranno minori. Il problema è il prezzo, che varia a seconda del modello: quello del più recente, il Leopard 2A7+ MBT, è tra i 13 e i 15 milioni di dollari, ma i più vecchi hanno un costo tra i 4 e i 6 milioni. A questo proposito, bisogna specificare che non è ancora stato chiarito quali modelli saranno inviati in Ucraina. I Challenger 2 britannici, sviluppati negli anni Novanta, costano sui 5 milioni di dollari l’uno e montano anch’essi un cannone da 120 mm, ma sono più lenti (58 km/h). Il loro punto di forza, però, è il visore termico, che permette di utilizzarli con efficacia sia di giorno che di notte. Meno efficienti i carri armati T-72 forniti dal Marocco, più che altro per una questione “anagrafica”: sono carri di origine sovietica sviluppati negli anni Sessanta, che il Marocco ha comprato di seconda mano dalla Bielorussia dopo un riammodernamento in Repubblica Ceca. Il cannone è più pesante rispetto agli altri carri citati (125 mm) e la velocità è sui 60 km/h, ma il costo è più contenuto, sui 2 milioni di dollari.

Tempi lunghi – Se le decisioni sull’invio dei carri armati stanno arrivando in questi giorni, i carri stessi giungeranno in Ucraina tra qualche mese. Dopo l’anticipazione del ministero della Difesa tedesco, il governo di Berlino ha confermato che i Leopard 2 arriveranno a Kiev solo tra la fine di marzo e l’inizio di aprile, poiché per formare un carrista occorrono almeno due mesi. Per i carri statunitensi, invece, i tempi sarebbero ancora più lunghi. Secondo Il fatto quotidiano i 31 Abrams saranno costruiti da zero, per un investimento totale di circa 400 milioni di dollari.

La risposta di Mosca – Dopo i duri commenti arrivati ieri dal Cremlino, la tv di Stato Rossiya 24 ha ironizzato sull’invio di carri armati all’Ucraina. Nel video, rilanciato dalla Reuters e da RaiNews, si vede il presentatore sottolineare, con tanto di grafiche, i difetti che gli «sdentati» Leopard e i «malconci» Abrams pagherebbero nello scontro con i T-90 russi.