Con un articolo su Rolling Stone fece dimettere l’allora comandante della Nato in Afghanistan, il generale Stanley McChrystal. Con quell’articolo fu costretto a lasciare il popolare periodico statunitense con cui collaborava. Transitando al sito BuzzFeed.
Il giornalista e scrittore Michael Hastings è morto all’età di 33 anni nella mattinata di martedì 18 giugno, vittima di un incidente d’auto a Los Angeles.
«Siamo scioccati e devastati dalla notizia della sua scomparsa», racconta Ben Smith, ex capo di Politico.com e direttore di BuzzFeed. «Michael è stato un grande, giornalista senza paura con un istinto incredibile per la storia e un meraviglioso e generoso collega», continua Smith. Rolling Stone, che impiegava Hastings come redattore, lo ricorda come un «giornalista senza paura» che ha cercato storie dure, rifiutandosi di «ingraziarsi il potere».
Hastings si era guadagnato l’attenzione nazionale nel 2010 grazie al reportage The Runaway General, riportando le dure critiche di McChrystal all’amministrazione di Barack Obama e alla gestione della guerra contro i talebani. A seguito dell’inchiesta che gli procurò la candidatura al premio Pulitzer, il 23 giugno 2010 il generale diede le dimissioni, sostituito da David Petraeus, responsabile delle missioni militari in Medio Oriente.
La sua passione per i teatri di guerra, per il racconto delle strategie e dei retroscena bellici gli fece perdere anche la donna che amava. La fidanzata Andi Parhamovich, promessa sposa, lo seguì fino a Baghdad dove il 17 gennaio 2007 venne uccisa da un gruppo estremista sunnita. Per superare il trauma, Hastings ha fatto quello che i giornalisti sanno fare. Si è messo a raccontare gli orrori della guerra. «La guerra distrugge ciò che amiano, la gente, i bambini, figli e figlie, cose, culture, edifici, oggetti, moralità, emozioni e il nostro stesso senso di chi siamo come essere umani. Non c’è niente di nuovo da imparare sulla guerra. Eppure continuo ad andarci», raccontò Hastings.
Silvia Morosi