La battaglia per la parità dei diritti si combatte anche a colpi di sentenze. E’ così che la Corte Europea dei diritti dell’uomo e la corte costituzionale tedesca aprono alle adozioni dei figli per le coppie gay.

Nelle coppie omosessuali i partner devono avere il diritto ad adottare i figli dei compagni, cosi come avviene per le coppie eterosessuali non sposate. Altrimenti si tratta di discriminazione. Si esprime così la Corte europea in una sentenza che riguarda l’Austria, ma vale anche per tutti gli altri 46 stati membri del Consiglio d’Europa.

Il caso nasce da un ricorso presentato da una coppia di donne austriache e dal figlio di una di loro. Secondo la giustizia austriaca infatti, la concessione dell’adozione alla partner avrebbe fatto perdere i diritti alla madre naturale, sua compagna. Un paradosso, visto che in Austria l’adozione dei figli dei compagni è possibile per le coppie eterosessuali non sposate.

Secondo la Corte quindi, il governo austriaco avrebbe violato gli articoli 14 e 8 della convenzione europea dei diritti umani sulla non discriminazione e il diritto al rispetto della vita familiare, discriminando i ricorrenti sulla base del loro orientamento sessuale. E non sarebbe riuscito a dimostrare che la differenza di trattamento tra coppie gay ed eterosessuali è necessaria per proteggere la famiglia o gli interessi dei minori.

Una breccia che però non tocca i Paesi dove non è riconosciuto il diritto all’adozione dei figli dei partner alle coppie non sposate.

La vicenda inizia nel 2005, quando le donne austriache hanno concluso un accordo di adozione per creare un legame legale tra il minore e la compagna della madre. Ma il tribunale locale si è poi rifiutato di riconoscere l’accordo.

L’alta Corte di Karlsruhe è intervenuta invece sul caso di una coppia nella quale uno dei due partner aveva adottato un bambino, e l’altro voleva poter a sua volta diventarne genitore adottivo, ma la legge tedesca non lo prevedeva. Anche La Corte tedesca ha visto questa limitazione come lesione delle pari opportunità e ha disposto che “l’adozione successiva” sia resa possibile a partire dal giugno 2014.

Alexis Paparo