Almeno cinque morti, tra cui soldati siriani. È questo il bilancio del secondo raid israeliano lanciato nella notte tra il 2 e il 3 giugno nella Siria centrale, dopo quello che domenica aveva già provocato una decina di vittime. L’attacco, che ha colpito una base delle forze iraniane e di quelle governative siriane, è stata la risposta al lancio di razzi provenienti dal territorio siriano. A Tayfur, nota anche come T4, sono presenti depositi di armi scaricate da aerei cargo provenienti dall’Iran. Tensione e vitime anche nel nord della Siria, dove è esplosa un’autobomba che ha ucciso 21 persone.

Tensioni con Israele – L’attacco da parte di Israele fa seguito a un’altra offensiva lanciata nella notte precedente dove hanno perso la vita 10 persone: tre militari governativi siriani e sette soldati stranieri, probabilmente iraniani o libanesi. Al bombardamento in Siria hanno partecipato aerei ed elicotteri da combattimento che hanno colpito due batterie dell’artiglieria siriana, una batteria di missili antiaerei SA-2 nonché postazioni di avvistamento e di intelligence delle forze armate di Assad sul versante siriano del Golan. Inoltre Israele ha attaccato altri obiettivi legati all’Iran e alle milizie alleate di Teheran nell’area di al-Kiswah a sud di Damasco: in particolare depositi di armi e un centro di addestramento militare. Questi attacchi sono la risposta a due razzi lanciati dalla Siria verso il monte Hermon. Uno è caduto all’interno della Siria, mentre l’altro ha colpito le alture del Golan. Il premier Benyamin Netanyahu ha affermato che Israele «non tollererà fuoco» verso il suo territorio e che «risponderà con grande forza ad ogni aggressione».

Altre tensioni – “Mi dicono che la Russia, la Siria e, in misura minore, l’Iran, stanno riempiendo di bombe fuori della provincia di Idlib in Siria, uccidendo indiscriminatamente civili innocenti. Il mondo assiste a questa macelleria. Qual è lo scopo, che cosa si pensa di ottenere? Stop!”. È il tweet del presidente degli Stati uniti Donald Trump in merito a quanto sta accadendo in Siria. Inoltre ad Azaz, nella parte settentrionale del Paese tra Aleppo e il confine con la Turchia, c’è stato un attentato dove sono morte 21 persone in una zona controllata da militari turchi e da milizie locali cooptate da Ankara. Un’autobomba è esplosa davanti a una moschea quando i fedeli stavano per uscire.