I media russi riportano la notizia dell’aereo precipitato (Ansa/DA VIDEO TELEGRAM/112 +++ NPK +++)

L’aereo militare russo precipitato vicino a Belgorod è una nuova pedina nello scontro, anche mediatico, tra Ucraina e Russia e sarà discusso nel prossimo Consiglio di sicurezza dell’Onu, previsto per la sera del 25 gennaio. Mentre il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha chiesto un’indagine internazionale, il servizio di sicurezza ucraino Sbu ha aperto una sua inchiesta sullo schianto.

Lo scontro – L’aereo, un modello Il-76, è caduto in una zona di confine la mattina del 24 gennaio. Il presidente del Comitato di difesa della Duma Andrei Kartapolov ha accusato l’Ucraina di averlo abbattuto con il suo sistema missilistico, pur sapendo che trasportava 65 prigionieri di guerra ucraini in attesa di essere scambiati con dei soldati russi. All’intelligence ucraina, invece, non risulta che ci fossero prigionieri a bordo. Dai vertici del governo di Kiev non sono arrivate conferme o smentite su un lancio di missili, ma solo la riaffermazione del diritto che l’Ucraina ha a difendersi da possibili attacchi aerei. Per l’Istituto di studi della guerra, un think tank con sede a Washington, questo disastro sta venendo strumentalizzato dalla Russia per indebolire l’appoggio dei Paesi occidentali all’Ucraina. Zelensky, da parte sua, ha sostenuto che Mosca sta giocando con i sentimenti dei prigionieri e delle loro famiglie e ha sottolineato nuovamente l’impegno del governo ucraino a liberare i prigionieri. Nel frattempo, le scatole nere sono state ritrovate in buone condizioni tecniche, secondo l’agenzia Ria Novosti.

Gli scambi di prigionieri – Quello che è accaduto mette in discussione il proseguimento di scambi di prigionieri tra i due Paesi: il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha affermato infatti che «nessuno può dire» se continueranno. Il New York Times ha ricordato che fino ad adesso questi scambi avvenivano con la mediazione di terzi, come la Turchia o gli Emirati Arabi Uniti, e tramite accordi molto dettagliati: all’inizio di gennaio, dopo una lunga pausa, era avvenuto lo scambio più massiccio.

Droni su Odessa – Sul campo continua l’offensiva. Nella notte tra il 24 e il 25 gennaio, le difese aeree di Kiev hanno abbattuto sopra Odessa 11 droni russi, su 14 che sarebbero stati lanciati in direzione di Kharkiv. L’attacco russo ha colpito una fabbrica di mobili, dove sarebbero rimaste ferite almeno sei persone.

I bambini ucraini – Al Consiglio d’Europa, la first lady ucraina Olena Zelenska ha denunciato la deportazione di 19mila bambini ucraini in Russia: già a settembre aveva chiesto, quella volta alle Nazioni unite, di riportarli a casa. «La Russia deve essere obbligata a rispettare la Convenzione di Ginevra e fornire la lista con le generalità dei bambini rapiti», ha detto ora a Bruxelles.