Attivisti dei diritti civili, giornalisti, medici, giudici, autorità religiose: sono queste le vittime delle ultime azioni terroristiche in Afghanistan. Una lista macchiata di sangue che rivela la nuova strategia perseguita dai terroristi: non più stragi in luoghi affollati, ma uccisioni di bersagli scelti con cura. A volte, prima degli attentati arrivano le minacce, in altri casi nessun preavviso. E l’incertezza, unita alla mancanza di sicurezza, alimenta la paura.

(Foto Ansa)

L’assalto a Kabul – Le ultime vittime sono due donne, due giudici della Corte suprema afghana, dove sono impiegate oltre duecento donne. Il 17 gennaio, alle 8:30 locali (le 5:00 italiane), l’auto su cui viaggiavano per recarsi al lavoro nel centro di Kabul è stata bloccata da un commando di uomini armati; le due giudici sono state uccise, l’autista è rimasto ferito. Shaharzaad Akbar, la presidente della Commissione per i diritti umani dell’Afghanistan, ha commentato: «È in atto un massacro sistematico a cui il mondo assiste senza intervenire». Per ora l’attentato non è stato rivendicato da nessun gruppo di estremisti, ma i Talebani sono al primo posto nella lista dei sospettati. Secondo i dati raccolti dal Nds, il servizio di intelligence di Kabul, negli ultimi mesi si sono verificati circa 18.200 attacchi, attribuibili nel 99% a miliziani appartenenti al gruppo fondamentalista guidato dal mullah Akhundzada.

La strategia dei terroristi Nel 2020, scrive il Nyt, sono stati uccisi 136 civili e 168 membri delle forze di sicurezza. Dietro gli spargimenti di sangue ci sarebbe un disegno terroristico con obiettivi precisi: ridurre al silenzio le donne e le componenti laiche, esasperare la situazione per rafforzare il proprio potere negoziale ed eliminare eventuali oppositori futuri. I Talebani, impegnati nei negoziati di pace con il presidente Ashraf Ghani, hanno come unico obiettivo la ricostituzione dell’Emirato islamico e, per ottenerla, sono disposti a rigettare il Paese in una guerra civile come già accaduto nei primi anni Novanta. Lo stesso Ghani, commentando l’uccisione delle due giudici, ha denunciato gli intenti dei terroristi: «Questo è un attacco contro un’intera generazione che ha lo scopo di destabilizzare il Paese e indebolire la fiducia nelle nuove generazioni e nelle donne in particolare».

Un Paese abbandonato – L’ultimo attentato arriva a poche ore dall’annuncio del Pentagono di un’ulteriore riduzione del contingente statunitense presente nel Paese. Entro maggio del 2021 tutti i militari stranieri, compresi i mille soldati italiani impegnati nei reparti Nato, dovrebbero ritirarsi dall’Afghanistan, invaso nel 2001 in seguito agli attentati dell’11 settembre. Il rischio è quello di lasciare un Paese estremamente instabile e in balìa delle formazioni terroristiche. L’accordo siglato il 29 febbraio 2020 tra gli Usa e i Talebani ha portato alla liberazione di circa 5.000 combattenti. Oltre ai Talebani, che sempre più spesso scelgono nelle città gli obiettivi dei propri attacchi, centinaia di miliziani dell’Isis sono presenti soprattutto nelle province. Il 2020 è stato uno degli anni più neri nella storia recente dell’Afghanistan. Il timore diffuso tra i civili è che le formazioni terroristiche tornino a colpire con maggiore frequenza.