L’impianto nucleare di Zaporizhzhia «non può essere protetto». A lanciare l’allarme è il capo dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) Rafael Grossi: il numero di truppe russe nella regione della centrale è aumentato in modo significativo e la centrale è quindi sempre più a rischio.

Nuove reclute – Intanto continua la battaglia a Bakhmut, dove le truppe di Mosca e di Kiev combattono strada per strada. Solo in questa città il gruppo mercenario Wagner avrebbe perso seimila mercenari effettivi e tra le 20 e le 30 mila reclute che provengono dalle carceri. Lo ha affermato il capo dello stato maggiore congiunto Usa, il generale Mark Milley alla Commissione per i Servizi armati della Camera, dichiarando che «la battaglia per Bakhmut si è trasformata in un massacro per i russi. Gli ucraini stanno attuando una difesa molto efficace che si è rivelata costosa per Mosca. Negli ultimi 21 giorni, i russi non hanno fatto alcun progresso nella città». Secondo i media di Mosca, le autorità starebbero avviando una nuova campagna di reclutamento che coinvolgerebbe forzatamente 400 mila uomini ad arruolarsi.

Inizio della guerra – Intanto arrivano rivelazioni sui retroscena di quello che è stato l’inizio dell’invasione russa in Ucraina. Secondo il portavoce dell’intelligence della Difesa ucraina Andriy Yusov, pochissime persone erano a conoscenza del piano di Putin: la decisione sarebbe stata presa dal capo del Cremlino insieme al segretario del Consiglio di sicurezza Nikolai Patrushev. «La decisione di scatenare una guerra è la conseguenza del modello di governo russo. La Russia è una società chiusa, anche all’interno del verticismo dittatoriale. Le conseguenze sono catastrofiche», ha detto Yusov.