Uno dei xxx fermati dalla polizia in questi ultimi xx giorni ad Amburgo

Grazie a una legge speciale cittadina la polizia di Amburgo può istituire autonomamente una “zona rossa” all’interno della città

Ad Amburgo, da venti giorni, c’è un Gefahrengebiet. Una zona pericolosa, una “zona rossa”. I cittadini di Sternschanze e di alcuni isolati vicini, zona a Nord e a Ovest del centro, stanno convivendo con quello che molti hanno definito un vero e proprio “stato di polizia”: perimetro blindato e accesso solo per i residenti, polizia in permanente stato antisommossa, divieto di circolare in gruppi numerosi e possibilità di controlli e perquisizioni.

Sabato 21 dicembre 2013 si sono infatti verificati violenti scontri tra manifestanti e polizia attorno al Rote Flora, un teatro occupato nel 1989 divenuto poi un centro sociale e, negli ultimi tempi, anche un rifugio per molti immigrati extra-comunitari giunti nel profondo Nord della Germania. Per evitare altri disordini e dare un giro di vite all’antagonismo che tradizionalmente è ben radicato in città (il famoso quartiere di Sankt-Pauli, attaccato a Sternschanze, diede alle autorità qualche grattacapo anche ai tempi del nazismo) la polizia cittadina ha deciso di istituire questa zona a democrazia ridotta sfruttando una legge cittadina che in caso di gravi motivi di ordine pubblico permette di farlo senza l’autorizzazione di un magistrato.

In cinque punti spieghiamo perché quello che sta accadendo ad Amburgo non è da sottovalutare.

  1. Il fatto che in una parte della Germania siano sospesi alcuni diritti democratici fondamentali come quelli di associazione e circolazione per così tanti giorni non è un qualcosa che accade abitualmente. Anche la locomotiva d’Europa, presa sempre a modello praticamente in ogni ambito della gestione della cosa pubblica, non è esente da punti oscuri e contraddizioni. Il particolare status autonomo della città di Amburgo, che insieme a Brema e Berlino è una delle tre città-stato tedesche, ha permesso così alla polizia cittadina di limitare le libertà personali di alcuni cittadini.
  2. I migranti rappresentano un problema anche per una delle città più sviluppate della Germania. Molti degli immigrati extracomunitari che trovano rifugio al Rote Flora provengono dal Cie di Lampedusa.  A ottobre è giunto ad Amburgo il gruppo “Lampedusa ad Amburgo”, 300 rifugiati (70 provenienti effettivamente da Lampedusa). Persone senza alcun riconoscimento giuridico, che sognano quello di rifugiati, temono di essere espulse e rimandate a casa loro. Molti hanno associato l’arrivo di questo gruppo di persone a una stretta dei controlli e delle perquisizioni data dalla polizia cittadina proprio in quel periodo.
  3. Dal 2005 in oltre quaranta casi si è assistito in Germania all’istituzione di Gefahrengebieten, di zone rosse a regime speciale. La grossa differenza con quanto sta accadendo nelle ultime settimane ad Amburgo è che la misura restrittiva è rimasta quasi sempre in vigore solamente per alcune ore, quelle strettamente necessarie alla tutela e al ripristino effettivo dell’ordine pubblico in caso di scontri e violenze. Venti giorni è uno spazio temporale che va ben oltre questo scopo.
  4. Di norma, inoltre, queste misure erano prese in occasione di grosse manifestazioni sportive oppure in zone di spaccio. L’azione di perquisire indiscriminatamente ha certamente un senso in questi contesti, mentre l’estensione a oltranza del provvedimento per motivi di ordine pubblico è una novità.
  5. La stragrande maggioranza del parlamento cittadino, che nel caso di Amburgo è anche quello dello Stato federale, si trova in perfetto accordo con la decisione della polizia. La maggioranza, rappresentata dai social-democratici dell’Spd, si trova sulla stessa posizione dei cristiano-democratici, la Cdu. Solamente i verdi, Die Linke, il partito di sinistra, e i liberali dell’Fdp hanno espresso pesanti critiche al provvedimento.

Federico Thoman