obama-isisUna chiacchierata a ruota libera sull’America di oggi, per mettere a fuoco le notizie e i temi caldi in arrivo da oltre oceano. L’11 febbraio alla scuola Walter Tobagi gli studenti hanno incontrato Matteo Muzio, ex allievo della Scuola, giornalista ed esperto di Stati Uniti, che ha risposto a domande e curiosità con l’entusiasmo del vero appassionato. Ecco le cinque storie più interessanti emerse dall’incontro.

Medio Oriente: “Boots on the ground”
Preoccupati dalla minaccia dell’Isis, gli Stati Uniti stanno cambiando atteggiamento verso Siria e Iraq. I repubblicani, capitanati dal veterano John McCain (Mother Jones ha pubblicato una mappa dei Paesi che l’ex candidato alla Casa Bianca vorrebbe attaccare) e sostenuti da una parte dell’opinione pubblica, chiedono di tornare a combattere con truppe sul campo (nel gergo militare si usa l’espressione “Boots on the ground”). Anche l’ex Presidente Jimmy Carter, da sempre contrario alle guerre, si è espresso a favore dell’intervento. Obama farà di tutto per evitare di mandare nuovi soldati: la strategia del Pentagono rimane quella di inviare consiglieri militari e supporto logistico agli alleati impegnati nel conflitto, a partire dalla Giordania. Se la politica attendista non pagherà, i successori di Obama – a partire dalla favorita per la candidatura democratica Hillary Clinton – potrebbero essere più inclini all’intervento.

Il dibattito su Cuba
Sorprendendo il mondo intero, il 17 dicembre 2014 Barack Obama e il leader cubano Raul Castro hanno annunciato, in due discorsi tenuti in contemporanea a Washington e all’Avana, la riapertura delle relazioni diplomatiche tra i due Paesi. La storica svolta ha avviato un dibattito interno all’opinione pubblica americana. La popolarità del Presidente è salita, segno che il superamento di un’ostilità durata mezzo secolo, e dannosa per entrambe le parti, era sentita come necessaria. Non sono mancate però le critiche: in un editoriale del 17 dicembre, il Washington Post ha accusato Obama di aver favorito i Castro, fornendo loro “un’immeritata via d’uscita” senza chiedere in cambio garanzie sul rispetto dei diritti umani nell’isola. La stessa posizione è stata espressa da Marco Rubio, senatore cubano-americano della Florida, oppositore intransigente di Obama e possibile candidato repubblicano nel 2016.

Il caso Brian Williams
Ha fatto discutere la decisione della Nbc di sospendere Brian Williams, anchorman e caporedattore di ‘Nightly News’, per sei mesi e senza stipendio. Il giornalista è accusato di aver ingannato il pubblico sulle sue esperienze durante la guerra in Iraq: aveva affermato in onda di essere stato su un elicottero colpito da una granata nel 2003, venendo poi smentito da fonti dell’esercito. Il giornalista si trovava su un altro elicottero dello stesso convoglio. Williams si è scusato pubblicamente, ma nei prossimi mesi una commissione interna al network esaminerà tutti i servizi più importanti di Williams, per verificare che non ci siano incongruenze.

Dal photoblog alla Casa Bianca
La Mott Hall Bridges Academy (MHBA), una scuola media di Brownsville (Brooklyn), e la sua preside Nadia Lopez sono diventate famose dopo che il fotografo Brandon Stanton ha raccontato la loro storia su Humans of New York, un photoblog molto seguito. Il fotografo, che ogni giorno immortala per strada un abitante di New York, ha incontrato Vidal Chastanet, 13 anni, e gli ha chiesto chi fosse la persona con più influenza sulla sua vita. Chastanet ha risposto: «La mia preside, la signora Lopez, perchè ci fa capire che ognuno di noi è importante». Colpito dalla risposta, Stanton ha dedicato un reportage alla scuola e alla sua preside e ha lanciato una raccolta fondi per portare gli studenti in gita a Harvard. L’iniziativa ha avuto tanto successo – oltre un milione di dollari raccolti – che Barack Obama ha invitato lo studente e la preside alla Casa Bianca. Lo stesso Stanton ha scattato una foto del terzetto nello studio ovale.

I candidati per le presidenziali 2016
Si iniziano a fare i nomi per i candidati alle elezioni presidenziali del 2016. Sui temi chiave – assistenza sanitaria, immigrazione, politica estera – democratici e repubblicani non sono mai stati così distanti, e i secondi rimangono in vantaggio nei sondaggi. I democratici hanno bisogno di una candidatura forte per recuperare, e la favorita rimane Hillary Clinton. L’ex first lady, a meno di clamorosi passi falsi, dovrebbe riuscire a vincere le primarie, ma dovrà smarcarsi da Obama su diversi fronti, a partire dalla politica estera. Nel Partito Repubblicano la lotta per la candidatura pare più aperta. Il favorito al momento è Jeb Bush, fratello minore e figlio di ex presidenti, un passato da governatore della Florida. Jeb dovrà faticare per definire il suo profilo di fronte all’elettorato, influenzato dal suo cognome, e non ha forti legami con la base del partito. Per questo le quotazioni del governatore del New Jersey Chris Christie, del senatore Marco Rubio e del governatore del Wisconsin Scott Walker aumentano, soprattutto fra i repubblicani che vorrebbero voltare pagina.

Simone Gorla