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Il momento della proclamazione della Repubblica Popolare di Lugansk nel Maggio 2014.

Kiev e i separatisti di Lugansk avrebbero trovato un accordo per un cessate il fuoco a partire dal 5 dicembre. Lo dichiarano l’OCSE, presente sul posto coi suoi osservatori, e Igor Plotnitsky, Presidente dell’autoproclamata Repubblica Popolare di Lugansk. Ma manca la conferma del dimissionario governo ucraino. Kiev ha annunciato che entro il 2 dicembre verrà formalizzato un nuovo esecutivo. Un governo nel quale, secondo alcune fonti, potrebbero sedere anche ministri stranieri, uno di nazionalità americana. Una scelta che avrebbe un forte significato politico.

Le notizie della tregua e dell’imminente formazione di un nuovo governo arrivano in giorni bui per l’Ucraina. Almeno due civili sono stati uccisi nella notte del 1 dicembre nei bombardamenti di Trekhizbenka, nei pressi di Lugansk. Il cessate il fuoco nell’area dell’aeroporto di Donetsk è stato infranto dopo meno di 24 ore. A fine novembre è stato accoltellato Alexander Kostrenko, una delle figure di spicco dnel movimento Euro-Maidan per la lotta alla corruzione. La governatrice della Banca Centrale, Valeria Gontareva, è indagata per abuso d’ufficio.

Le pressioni esterne, intanto, continuano ad accumularsi. Il Ministro dell’energia russo ha ribadito che l’Ucraina non ha ancora versato il pagamento anticipato del gas invernale, avvicinando lo spettro di un nuovo taglio delle forniture. La tensione tra Kiev e Mosca sale e le ultime dichiarazioni di Jens Stoltenberg, Segretario generale della NATO, non aiutano. Stoltenberg ha annunciato che una forza NATO provvisoria sarà a disposizione in Est Europa già all’inizio del nuovo anno, in attesa della “punta di lancia” annunciata questo settembre che partirà nel 2016. L’Ucraina si troverà quindi coinvolta sempre più da vicino nel confronto a distanza tra NATO e Russia.

Chiara Severgnini