L’aborto? Un crimine. Il commercio di organi umani? Non deve essere vietato. Lo Stato? È il male assoluto, meglio la mafia: ha un codice d’onore, non mente, compete sul mercato. La Banca centrale? Da eliminare. Il peso argentino? Bisogna passare al dollaro. Le tasse? Sono «residui dello schiavismo», evaderle è «un diritto umano». C’era chi non prendeva sul serio Javier Milei – il nuovo presidente argentino che vuole cacciare «a calci in culo» la «casta parassita» – ma il cinquantatreenne outsider della politica argentina e sosia di Mick Jagger ha sconfitto sia i sondaggi che le due formazioni politiche vincitrici delle scorse tre elezioni, nonostante (ma forse grazie) queste e altre controverse prese di posizione. Ora il «candidato con la motosega» si appresta a guidare il Paese a fianco della vicepresidente Victoria Villaruel, figlia di militari complici del regime dittatoriale di Videla.
Anarco-capitalista – A scuola era soprannominato “el loco”, il matto, per la sua aggressività. La stessa aggressività simbolica con cui ha scelto di affrontare una delle campagne elettorali più delicate della storia recente argentina, brandendo motoseghe nei comizi, a rappresentare i tagli alla spesa pubblica che intende mettere in pratica dal 10 dicembre prossimo, giorno dell’insediamento. Si definisce anarco-capitalista, prosecutore della corrente economica che, da Nozick da Rothbard, ha teorizzato lo “Stato minimo”, che si deve occupare di sicurezza e poco di più. «Sono il generale AnCap (anarcocapitalista, ndr). Vengo da Liberland, una terra creata dal principio di appropriazione originaria dell’uomo. La mia missione è prendere a calci nel culo i keynesiani e i collettivisti figli di puttana». Al di là del linguaggio colorito, Milei esprime idee economiche che definire forti sarebbe riduttivo. Teorizza la soppressione della Banca centrale, responsabile a suo dire dell’inflazione. Vuole sostituire il peso argentino con il dollaro (ha regalato ai suoi sostenitori banconote con stampata la sua faccia). Intende eliminare più della metà dei ministeri, e in campagna elettorale lo ha spiegato depennandoli da una lavagna. Promette di eliminare qualsiasi azienda pubblica, ritenute un’ingiustizia prima che un’inutile spesa.
Diritti e memoria storica – Oltre che per le sue ricette economiche, Javier Milei ha posizioni dure anche sui diritti. È contrario all’aborto, che il Paese ha legalizzato nel 2020, ma favorevole alla libera vendita di armi e di organi umani – «la prima proprietà di un uomo è il suo corpo» – considerati una «risorsa economica» e un «nuovo mercato». Ha definito la crisi climatica una «menzogna del socialismo». Il nuovo presidente argentino ha fatto parlare di sé anche in rapporto alla storia del Paese e, in particolare, alla dittatura militare di Videla che governò dal 1976 al 1983. Laureato in economia, Milei è stato consigliere economico di Antonio Domingo Bussi, generale durante il regime ed ex deputato espulso e accusato di crimini contro l’umanità. Ha scelto di farsi affiancare, come vicepresidente, da Victoria Villaruel: figlia di militari, è stata criticata per aver messo in discussione i numeri dei desaparecidos argentini.
Maestro di sesso tantrico – Deputato da soli due anni e diventato famoso nei panni di opinionista nei talk show, Javier Milei si definisce «maestro di sesso tantrico», pratica sessuale orientale. Altra curiosità, vive in simbiosi con i suoi cani, quattro mastini da cento chili l’uno, che portano nomi di economisti che ammira: Milton (Friedman), Murray (Rothbard), Robert e Lucas (entrambi dal Nobel americano Robert Lucas). Alleato di Trump e Bolsonaro, è nemico della Cina («non stringo accordi con i comunisti»), definisce Biden un «socialista» e considera Papa Francesco un «imbecille» che rappresenta «il diavolo sulla terra».