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I volti di Keith Palmer e Aysha Frade, le due vittime identificate

Quando è scattato il minuto di silenzio sull’intero Regno Unito erano le 9.33 del 23 marzo, come il numero di matricola di Keith Palmer, il poliziotto ucciso a Londra nel pomeriggio del giorno prima mentre tentava di fermare l’uomo armato di coltello che cercava di entrare in Parlamento, dopo aver travolto con l’auto diversi passanti sul ponte di Westminster e averne uccisi due. L’allerta terrorismo è scattata poco prima delle 16 (ora italiana). Si parlava di una quarantina di persone coinvolte. I morti alla fine sono 4, compreso l’attentatore,e 29 i feriti. «E’ stato un attacco alla gente libera», dichiara la prima ministra,Theresa May. Nel Regno Unito è in corso una massiccia operazione antiterrorismo, che per ora ha portato a otto arresti tra Birmingham e Londra.

La dinamica – E’ il primo pomeriggio del 22 marzo. Un’auto investe diversi pedoni lungo il Westminster Bridge e va a schiantarsi contro i cancelli del Parlamento. Il guidatore scende e tenta di entrare all’interno, un poliziotto prova a fermarlo, ma viene accoltellato. Gli altri agenti sparano contro l’assalitore, uccidendolo. Il Parlamento viene fatto evacuare. Nel frattempo si rafforza l’ipotesi attentato, dopo le 16.30 è la stessa Scotland Yard a riferirlo.

Le vittime – Sono tre e non quattro, come si era detto nella notte, quando viene rivelata l’identità del poliziotto. Palmer lavorava da 15 anni per il servizio di sicurezza parlamentare, era un marito e un padre. La folle corsa dell’auto ha ucciso anche due civili: Aysha Frade, un’insegnante di origine spagnola di 43 anni, e un uomo di circa 55.

I feriti – . Sono 11 le nazionalità delle persone coinvolte. Negli ospedali sono arrivati 12 cittadini britannici, tre francesi, due rumeni, quattro sudcoreani, un tedesco, un polacco, un irlandese, un cinese, un americano, due greci e un’italiana. A confermare la presenza della nostra connazionale è la stessa Theresa May, nel suo intervento alla Camera dei Comuni. La presenza di una donna di Roma tra i feriti era già stata annunciata  dall’ambasciatore Pasquale Terracciano.

Il raid –  Nella notte la polizia britannica ha effettuato otto arresti e sei perquisizioni tra Londra e Birmingham, città nella quale sarebbe stata immatricolata l’auto usata per l’attacco. A Birmingham, a quanto riferisce il Guardian, gli agenti hanno fatto irruzione in un appartamento che si trova al piano superiore di un negozio nella zona ovest della città, dove sono stati trovati tre degli arrestati. Secondo il Daily Mail, l’appartamento, che si trova in Hagley Road, potrebbe essere quello dell’attentatore. Questo è quanto emerge dalle testimonianze di alcuni vicini.

L’attentatore – «Era già conosciuto dal controspionaggio britannico, l’MI5, ma era considerato un elemento marginale», ha dichiarato la premier May, che ha inoltre confermato che l’aggressore era un «British-born», una persona nata nel Regno Unito, anche se probabilmente di origine straniera. Gli investigatori questa mattina avevano fatto sapere di non voler rivelare la sua identità, per non intralciare le indagini.

Le reazioni – «Non abbiamo paura e non ci faremo intimorire», promette May, aggiungendo che «non c’è ragione di temere imminenti nuovi attentati». Nella tarda mattinata arriva anche il messaggio di Buckingham Palace, la regina «offre i suoi  pensieri, preghiere e la più profonda solidarietà» a quanti sono stati coinvolti da questo terribile gesto di violenza.

La rivendicazione – L’autore è un «soldato del Califfato», lo riferisce il Site, citando l’Amaq News Agency, organo di propaganda dell’Isis.