Un gruppo di militari americani

Bengasi è di nuovo sotto attacco. Dopo le granate contro tre stazioni di polizia, lunedì un’autobomba è esplosa davanti ad un ospedale della città, provocando circa 15 morti. Proprio lì dove lo scorso 11 settembre, durante l’attentato al consolato americano, persero la vita l’ambasciatore Chris Stevens e altri tre statunitensi.

Per questo il Pentagono ha deciso di spostare un contingente di circa 500 marine dalla Spagna alla base di Sigonella, in Sicilia. La loro missione, ha spiegato il portavoce George Little, sarà quella di intervenire velocemente nel caso di nuovi attacchi al personale diplomatico e agli americani presenti in Libia ed eventualmente provvedere alla loro evacuazione.

Dopo le critiche per non avere inviato in tempo una forza di intervento durante l’attacco al consolato, il Pentagono aveva già annunciato nei giorni scorsi che gli Stati Uniti erano pronti ad intervenire in caso di nuove minacce contro il proprio personale diplomatico. Ma la situazione si è aggravata ulteriormente con l’esplosione all’ospedale di Al Jana, una vera e propria strage secondo i testimoni. Nessuno ha rivendicato l’azione ma secondo fonti di intelligence occidentali, citate dalla Cnn, sarebbe stata orchestrata dai fondamentalisti islamici, alcuni con stretti legami con al Qaeda. Un’insicurezza crescente quella in Libia, anche legata all’incapacità delle autorità di organizzare forze di sicurezza capaci di  far fronte alle provocazioni dei miliziani.

Stefania Cicco