Questa volta è il Pakistan a bombardare l’Iran causando la morte di almeno 9 persone. L’attacco è avvenuto nella provincia sud orientale di Sistan-Baluchistan, una zona arida sul confine tra i due Stati. Per il Pakistan l’azione militare era necessaria per colpire un gruppo di sovversivi che avevano trovato rifugio in Iran. Il raid è avvenuto il giorno dopo che Teheran ha colpito delle basi di gruppi terroristici in diversi Paesi: Siria, Iraq e proprio Pakistan. L’attacco, ordinato da Islamabad, avvenuto poco prima dell’alba del 18 gennaio, rappresenta un’evidente escalation nelle difficili relazioni tra i due Paesi. Il ministro degli Esteri iraniano ha convocato l’incaricato d’affari del Pakistan per chiedere spiegazioni di quello che viene ritenuto un attacco non giustificato. Anche la Cina è scesa in campo per evitare lo scoppio di un conflitto, invitando entrambe le parti alla moderazione.

Minacce mantenute – Il ministro degli Esteri pachistano, poche ore dopo l’attacco di Teheran, aveva avvisato l’omologo iraniano che Islamabad aveva il diritto di rispondere. Così, il giorno successivo al raid aero iraniano che aveva causato la morte di due bambini e il ferimento di tre bambine, il Pakistan ha attaccato a sua volta l’Iran uccidendo, secondo quanto riportato dalla Tv di Stato, 9 persone. Per tutte e due le parti gli attacchi sono stati effettuati contro obiettivi militari all’estero che mettevano in pericolo la sicurezza nazionale: l’Iran aveva affermato di aver bombardato una base del gruppo terroristico Jaish ul-Adl mentre il Pakistan ha dichiarato di aver colpito un covo di militanti armati anti-pakistani. Intanto, il governo degli Ayatollah ha dato il via libera all’esercitazione militare Velayat 1402 che si terrà a ridosso del confine con il Pakistan. Le operazioni hanno lo scopo di testare le difese aeree nel caso in cui l’Iran venisse attaccato. Anche se l’esercitazione era già prevista, la sua attuazione in un momento così delicato non può che inasprire le tensioni.

Alta tensione – Sul confine tra Iran e Pakistan la situazione è delicata da giorni. Diversi gruppi terroristici operano nella zona passando da uno Stato all’altro per sfuggire alle repressioni. Il 14 gennaio nella città di Saravan, uno dei centri più importanti del Sistan-Baluchistan, la polizia iraniana aveva sparato contro due kamikaze, saltati in aria durante lo scontro a fuoco senza causare ulteriori morti. Secondo le ricostruzioni delle forze dell’ordine, i due sarebbero entrati nel Paese con lo scopo di farsi esplodere per causare vittime tra la popolazione civile. A complicare i rapporti Iran-Pakistan c’è anche la questione dei baluci. Da anni questo antico popolo a maggioranza sunnita lotta, anche con le armi, sia contro il Pakistan che contro l’Iran per ottenere l’indipendenza.

Diplomazia – La più attiva nel cercare una soluzione pacifica è la Cina che nella zona ha investito molto, sia economicamente, con la sua nuova via della seta, che politicamente. «La Cina spera sinceramente che le due parti possano dar prova di calma e moderazione ed evitare un’escalation. Siamo anche disposti a svolgere un ruolo costruttivo per allentare la tensione se entrambe le parti lo desiderano», ha dichiarato la portavoce del ministero degli Esteri, Mao Ning. Gli Stati Uniti hanno invece condannato, tramite il portavoce del dipartimento di Stato Matthew Miller, gli attacchi iraniani in Siria, Iraq e Pakistan. Da Davos in Svizzera, dov’è in corso il tradizionale meeting del World Economic Forum, il Presidente israeliano Isaac Herzog ha accusato l’Iran di voler allargare il conflitto in Medioriente definendo la repubblica islamica con un termine di Reaganiana memoria: «Impero del male».