Il presidente americano Donald Trump ha affidato a una trentina di tweet la risposta della sua amministrazione all’attacco terroristico a Manhattan: il giorno di Halloween, un furgone bianco ha investito decine di passanti, uccidendone otto, su una pista ciclabile a circa due chilometri dal World Trade Center. Prima ha definito una “lotteria” il sistema di rilascio dei visti per l’ingresso nel Paese, poi ha invocato la pena di morte per l’attentatore e ha chiesto che venisse rinchiuso nel carcere di massima sicurezza di Guantanamo.

Le parole di Trump hanno provocato la reazione del governatore e del sindaco di New York, entrambi democratici. Prima è intervenuto Andrew Cuomo: «I suoi tweet non sono d’aiuto, servono solo a dividerci, e in questo momento abbiamo bisogno esattamente dell’opposto». Anche il sindaco Bill de Blasio ha liquidato le parole del presidente, accusandolo di voler «politicizzare la tragedia».

De Blasio ha poi difeso il senatore democratico Chuck Schumer, indicato da Trump come il responsabile del Diversity Immigrant Visa Program, un sistema di rilascio dei visti d’ingresso negli Usa di cui ogni anno beneficiano fino a 50 mila cittadini di Paesi a più bassa emigrazione verso gli Stati Uniti. L’attentatore uzbeko Sayfullo Saipov avrebbe beneficiato di questo programma nel 2010 per ottenere il permesso di soggiorno statunitense. «Se vuole davvero trovare una soluzione, il presidente deve ritirare la sua proposta di riduzione del budget per l’antiterrorismo», sono state le parole di De Blasio.