Sono almeno tre le vittime dell’attentato terroristico avvenuto la mattina del 30 novembre all’ingresso di Gerusalemme. Secondo le prime ricostruzioni, due uomini palestinesi sarebbero arrivati in auto e poi avrebbero aperto il fuoco contro chi si trovava a una fermata dell’autobus. Le vittime sono due ragazze di 16 e 24 anni e il rabbino Elimelech Wasserman, di 73 anni, decano del tribunale rabbinico di Ashdod. Altre 8 persone sono rimaste ferite. Due soldati presenti sul posto e un civile sono intervenuti immediatamente uccidendo gli attentatori. Dopo un primo sopralluogo sul posto il ministro per la sicurezza nazionale Itamar ben Gvir, ha affermato che l’attentato sarebbe stato condotto da Hamas: «Attivisti hanno organizzato l’attentato. Hamas ci parla a due voci: una è quella delle tregua, l’altra è quella del terrorismo. Noi non dobbiamo mostrare alcuna debolezza. Con Hamas dobbiamo dialogare solo attraverso i mirini e mediante la guerra». A fargli eco il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu. L’esercito israeliano ha confermato un secondo attentato, a poche ore dal primo, a Beqaot (valle del Giordano). Due militari sarebbero rimasti leggermente feriti quando un veicolo li ha travolti. L’assalitore è stato neutralizzato e l’esercito sta setacciando la zona alla ricerca di possibili complici.