Prima i motori truccati, poi le scimmie, ora (forse) le cavie umane. Non si ferma la catena di scandali che sta travolgendo l’industria automobilistica tedesca. Soltanto pochi giorni fa il New York Times aveva rivelato che Volkswagen, Bmw e Daimler avrebbero condotto un esperimento nel 2014 su dieci scimmie giapponesi, per testare la nocività dei gas di scarico emessi dai motori Diesel. Ma ora ecco la rivelazione della stampa tedesca: le tre aziende avrebbero finanziato anche un esperimento su 25 cavie umane, 19 uomini e 6 donne, in un laboratorio di Aquisgrana.

Cosa sappiamo – Stando a quanto pubblicato da Süddeutsche Zeitung e Stuttgarter Zeitung, per tre anni a partire dal 2012 in un laboratorio del Policlinico universitario di Aquisgrana 25 volontari avrebbero inalato per più ore e in diverse concentrazioni il biossido di azoto, un gas di scarico emesso dai motori Diesel. L’obiettivo di Eugt, la società incaricata di effettuare il test e finanziata proprio da Volkswagen, Bmw e Daimler, sarebbe stato quello di provare l’innocuità del gas. Thomas Kraus, lo scienziato a capo del progetto, si è affrettato a dichiarare che l’esperimento doveva misurare la pericolosità di quella sostanza cancerogena «sul posto di lavoro» e che non c’entra niente con il diesel. Per la ricerca scientifica, infatti, le cavie umane (sempre su base volontaria) talvolta sono indispensabili. Ma il dubbio rimane, specie se si pensa che proprio in quegli anni Volkswagen era impegnata a spingere sul mercato i suoi motori attraverso la nota campagna pubblicitaria del «clean diesel». Il biossido di azoto, inoltre, era già stato bollato nel 2012 come cancerogeno dall’Organizzazione mondiale della sanità. Una decisione che non avrebbe fermato i test sugli esseri umani condotti da Eugt.

Le reazioni – «Questi test sugli animali e perfino sulle persone non trovano alcuna giustificazione sul piano etico», ha dichiarato Angela Merkel attraverso il suo portavoce, Steffen Seibert. «Quello che è stato riportato è scioccante», ha detto invece il ministro della Giustizia tedesco Heiko Maas, «abusare di persone e animali per i propri scopi è semplicemente atroce». Immediate anche reazioni delle tre case automobilistiche. «Prendiamo assolutamente le distanze dallo studio e dall’Eugt», hanno dichiarato i vertici di Daimler. Anche Bmw si è detta estranea alla ricerca e ha avviato un’inchiesta sull’attività degli scienziati. Il presidente del Consiglio di sorveglianza di Volkswagen Hans Dieter Poetsch, invece, ha dichiarato che i fatti «dovranno essere chiariti senza riserve». Intanto la società ha fatto sapere che in futuro rinuncerà del tutto a fare esperimenti sugli animali, a proposito dell’inchiesta pubblicata dal New York Times sull’utilizzo delle scimmie.

Il precedente – La grande imputata nello scandalo è ancora una volta Volkswagen, primo costruttore mondiale di auto e già al centro della bufera per il cosiddetto Dieselgate. Nel settembre del 2015 la società tedesca era stata accusata di aver truccato i dati sulle emissioni dei suoi motori Diesel, montati su oltre 11 milioni di veicoli venduti in tutto il mondo. Una truffa costata finora più di 25 miliardi di dollari. È per questo che, secondo il quotidiano Der Spiegel, è lecito sospettare che «Volkswagen volesse usare i test per dare una base pseudo-scientifica ai trucchi sulle emissioni dei motori Diesel». Un’operazione che, viste le ultime rivelazioni, potrebbe aver reso quel «clean diesel» ancora più sporco.