È mattina presto a Bruxelles quando le forze speciali belghe irrompono in nove indirizzi sparpagliati in quattro quartieri della città: Koekelberg, Schaarbeek, Etterbeek e Molenbeek. Dieci persone sono state arrestate di cui nove accusate di far parte di una rete di reclutatori dell’Isis. Di loro si sa poco. Ma le autorità belghe non hanno dubbi sul fatto che pur essendo legate allo Stato Islamico non hanno partecipato all’organizzazione degli attentati avvenuti a Parigi lo scorso novembre.
La mappa dei quattro quartieri dove si sono svolte le perquisizioni del 16 febbraio. Clicca qui per la versione interattiva
Le forze speciali tallonavano i membri di questa rete di reclutatori da settimane. Stando alle ricostruzioni, il loro compito sarebbe stato quello di intercettare giovani musulmani da convertire alla causa dell’Isis. Non a caso risiedevano soprattutto in quartieri dove gli immigrati di fede islamica sono tanti. Bruxelles è la città più islamizzata d’Europa: 300mila persone, cioè un quarto della sua popolazione, seguono i dettami del Corano.
Molti vivono a Molenbeek: un quartiere il cui nome è stato fatto molte volte negli ultimi mesi, soprattutto perché i due fratelli Abdeslam, tra gli autori della strage di Parigi, vi hanno vissuto, e l’inafferrabile Salah vi ha forse cercato riparo dopo la fuga. Ma il quartiere era già noto per ospitare molti musulmani radicalizzati: secondo le Monde «l’elenco delle persone che sono transitate per Molenbeek prima di essere coinvolte in attività terroristiche è impressionante». Il Financial Times era arrivato a riferire che le autorità belghe avrebbero ammesso di aver perso il controllo del quartiere.
Da novembre a ora, però, la polizia e le forze antiterrorismo hanno effettuato decine di arresti – a Molenbeek e altrove. I nove fermi del 16 febbraio sono un risultato importante, ma le indagini per sgominare la rete di reclutatori e predicatori radicalizzati continua. La polizia ha reso noto di aver sequestrato cellulari e pc trovati nelle dieci abitazioni perquisite. Per sapere di più sull’identità dei presunti reclutatori bisognerà attendere: la nota diffusa dal procuratore federale belga è scarna e priva di qualunque riferimento anagrafico. «Nelle interesse delle indagini ancora in corso – si legge – non verranno rivelate informazioni riguardanti le persone arrestate».
Chiara Severgnini