«I russi non dovrebbero essere in guerra con altri russi». Questo il tweet pubblicato dal gruppo militare Liberty of Russia Legion, che in un video mostra uno dei due prigionieri catturati la sera scorsa. I partigiani russi hanno portano la guerra in casa di Putin. L’incursione nella regione di Belgorod, a 80 chilometri da Kharkiv, da parte dei gruppi anti-russi, ha portato a circa 250mila sfollati e almeno cinque morti. Sembra una parte della controffensiva ucraina anche se Kiev smentisce l’inizio dell’operazione. Intanto il Cremlino, dopo aver dichiarato di aver sventato un attacco su larga scala in Donetsk, si è detta aperta al dialogo con gli Usa sul controllo degli armamenti nucleari.

Ma chi sono questi gruppi militari che stanno portando il conflitto sul campo della federazione russa?

Nuovi partigiani – «Sabotatori ucraini». Questo il termine usato dal ministro della Difesa russo Serghei Shoigu per definire i combattenti pro-Ucraina nella regione di Belgorod. Loro invece si considerano «Partigiani e liberatori della patria dalla dittatura putiniana». Fatto sta che i gruppi paramilitari, Liberty of Russia Legion e Russian Volunteer Corps, è da una settimana che attaccano la regione di Belgorod, facendo conoscere la guerra anche alla popolazione russa.

Liberty of Russian Legion – “La legione della libertà” si è formata nella primavera del 2022 «dal desiderio dei russi di combattere nei ranghi delle forze armate ucraine contro la banda armata di Putin». L’unità dice di cooperare e di ricevere ordini dall’alto comando militare di Kiev. Affermazione però mai confermata dagli uomini di Volodymyr Zelensky.

Russian Volunteer Corps – L’altro gruppo militare è stato fondato lo scorso agosto da Denis Nikitin, un ultras neo nazista russo, ed è formato, secondo l’agenzia ucraina Glavcom, da alcuni ex esponenti del gruppo Azov. Secondo l’intelligence di Kiev, RVC ha un gruppo anche nella Legione straniera ucraina. Notizia però smentita da quest’ultima.

Il fumo nella regione di Belgorod dopo gli attacchi dei partigiani russi

Trattare con i “sabotatori” – L’importanza che stanno avendo i gruppi militari nella guerra si può vedere nei video degli attacchi e nell’apertura alla trattativa per riavere i prigionieri da parte del governatore della regione di Belgorod Viacheslav Gladkov. Sul profilo twitter dei partigiani sono state pubblicate le immagini dell’incursione delle milizie anti-putin e delle distruzioni che hanno provocato. Nel mentre, il governatore della regione, saltando la catena di comando, si è detto disposto a trattare per riavere indietro i militari catturati. Nelle stesse ore, Mosca ha dichiarato di aver disperso i miliziani dissidenti. In serata, i gruppi militari hanno affermato che la Russia non si è presentata allo scambio e che consegnerà i due soldati al governo di Kiev.

Controffensiva iniziata? – «Sssh». La risposta ucraina a quando inizia la controffensiva è affidata ad un video dove i militari, portandosi un dito sulla bocca, invitano al silenzio. Secondo i russi l’attacco invece è già iniziato con l’impiego di sei battaglioni su cinque fronti nella regione meridionale del Donestk. La Difesa di Mosca ha affermato che questo attacco ucraino è stato respinto, ma per Kiev questa è una versione “delirante”: «In realtà, quando inizierà, tutti lo sapranno», ha affermato il portavoce del raggruppamento orientale delle forze armate di Kiev, Serhiy Cherevatyi.

Apertura sul nucleare – L’affermazione degli Usa sul rispetto degli accordi sulle armi nucleari (accordo New START) fino alla scadenza nel 2026, a patto che la Russia faccia lo stesso, è stata accolta positivamente dal portavoce del Cremlino Dymitri Peskov: «È un’affermazione importante. Certamente, ci aspettiamo che sia confermata attraverso i canali diplomatici».