Autore: Raimond Spekking

Nient’altro che la verità. Una promessa, forse una minaccia, ma soprattutto il titolo del nuovo libro di Georg Gänswein. Per tutti: padre Georg. In uscita il 12 gennaio, edito da Piemme, con il sottotitolo La mia vita al fianco di Benedetto XVI , il volume, più che un testo sul Pontefice appena scomparso, a giudicare dalle anticipazioni e da alcune affermazioni del monsignore, ex segretario del Papa emerito, sembra essere un attacco neanche troppo velato all’operato di Francesco. La scelta della pubblicazione quasi contemporanea alla morte di Benedetto XVI e il timore per un possibile aumento della già esistente spaccatura all’interno della Chiesa tra “conservatori” e “progressisti” hanno fatto insorgere diversi cardinali che invitano padre Georg a non far uscire il testo. Il Papa emerito, infatti, rappresentava una figura autorevole e di riferimento, soprattutto per l’ala conservatrice, e la sua morte, secondo gli osservatori, avrebbe scombussolato il debole equilibrio che si era raggiunto in questi anni tra le varie correnti interne alla Curia. Le dichiarazioni nel libro del monsignore potrebbero alterare in maniera sensibile questa situazione già precaria.

La trama-  Secondo quanto si legge nel retrocopertina, disponibile in anteprima, il libro dovrebbe raccontare il lungo e significativo rapporto tra Joseph Ratzinger e Georg Gänswein, caratterizzato da profondo rispetto e stima reciproca. Fin dal 2003, quando il futuro Papa nominò segretario personale il giovane sacerdote tedesco. E ancor più dopo l’elezione del cardinale Ratzinger al soglio papale come Benedetto XVI, monsignor Georg ha vissuto costantemente al fianco del Pontefice quale suo più stretto collaboratore, ma anche confidente e consigliere, accompagnandolo durante il pontificato e nel tempo successivo alla storica rinuncia del 2013. Dopo la scomparsa del Papa emerito, per l’attuale prefetto della Casa pontificia «è giunto il momento di raccontare la verità riguardo le bieche calunnie e le oscure manovre che hanno cercato invano di gettare ombre sul magistero e sulle azioni del Pontefice tedesco, e di far conoscere così, finalmente, il vero volto di uno dei più grandi protagonisti degli ultimi decenni, troppo spesso ingiustamente denigrato dai critici come “Panzerkardinal” o “Rottweiler di Dio”». Un racconto in cui, con l’aiuto del vaticanista Saverio Gaeta, «monsignor Gänswein propone l’autorevole ricostruzione di un particolarissimo periodo per la Chiesa cattolica, affrontando anche gli interrogativi su enigmatiche vicende, quali i dossier di Vatileaks e i misteri del caso Orlandi, lo scandalo della pedofilia e i rapporti fra il Papa emerito e il successore Francesco».

I contrari – La notizia dell’uscita del libro ha suscitato diverse reazioni all’interno della Chiesa, per la maggior parte critiche, nei confronti del progetto. Walter Kasper, un anziano cardinale molto vicino a Benedetto XVI, in un’intervista a La Repubblicaha detto di essere molto dispiaciuto per la scelta di Padre Georg e ha aggiunto: «Sarebbe stato meglio tacere. Adesso non è il momento per tali cose». A scuotere il mondo cattolico è stata, però, la lettera aperta di Don Alberto Varinelli, presbitero della diocesi di Bergamo. Il testo, pubblicato sul sito specializzato La Barca e il Mare- Chiesa e dintorni, comincia con una umile presentazione: «Sono un prete della diocesi di Bergamo, a servizio di due oratori: non un teologo, non un canonista, ma un prete felicemente in parrocchia con la sua gente», ma poi affonda dritto il colpo: «Affidare alla stampa le sue esternazioni su questioni che riguardano lei e il papa, ben sapendo lei di quanti hanno usato e useranno la figura di papa Benedetto, e anche la sua, Eccellenza, per attaccare papa Francesco, è una mossa imprudente e pericolosa».

La rottura – A cominciare a creare tensione tra padre Georg e papa Francesco sono state le dichiarazioni che il monsignore ha fatto il 4 gennaio in un’intervista a Die Tagespost  in cui criticava il Motu proprio Traditiones custodes 2021 con cui il Pontefice limitava la celebrazione della Messa in latino. Il testo, a suo dire, avrebbe rattristato il Benedetto XVI: «Quello è stato un punto di svolta. Credo che Papa Benedetto abbia letto questo Motu Proprio con il dolore nel cuore». A generare ulteriori frizioni sono state, però, le dichiarazioni di padre Georg del 5 gennaio, giorno del funerale di Benedetto XVI. Anticipando parte del contenuto del nuovo libro ha raccontato il momento in cui nel 2020 Francesco gli chiese di non partecipare più alle udienze pubbliche in sua presenza. Per questo motivo Gänswein si è definito «un prefetto dimezzato». «Lei rimane prefetto ma da domani non torna al lavoro», gli avrebbe detto il Papa. E sempre secondo Georg, Benedetto XVI avrebbe commentato in maniera ironica: «Penso che Papa Francesco non si fidi più di me e desideri che lei mi faccia da custode».

La risposta – Papa Francesco non ha risposto direttamente alle dichiarazioni e alle accuse mosse da padre Georg, ma in molti hanno letto una risposta velata nelle parole pronunciate nell’Angelus di domenica 8 gennaio: «Il chiacchiericcio è un’arma letale, uccide: uccide l’amore, uccide la società, uccide la fratellanza».