Cento civili decapitati. È questo il bilancio della nuova strage portata mercoledì 4 febbraio dal gruppo islamico Boko Haram, e avvenuto nella cittadina di Fotokol, nel Camerun settentrionale, vicino al confine della Nigeria. Fotukol è situata in una zona strategica, proprio sul confine con la Nigeria nord-orientale, e dista 50 chilometri dalla frontiera con il Ciad e un centinaio da quella con il Niger, altri due Paesi impegnati nella lotta alla setta ultra-islamista
L’attacco è arrivato mentre nella zona è in corso un’operazione militare congiunta delle truppe di Ciad e Camerun, e sembra una rappresaglia degli insorti dopo la ripresa della vicina città nigeriana di Gamboru da parte delle milizie governative. I governi del Ciad e del Camerun hanno riferito che negli ultimi due giorni di scontri al confine tra la Nigeria e il Camerun, i soldati dei due Paesi hanno ucciso 250 presunti membri della setta radicale. In risposta all’attacco di martedì 4 febbraio, i terroristi hanno assaltato e bruciato moschee e case a Fotokol, uccidendo circa 100 civili. Nell’attacco sono morti almeno 50 membri dei miliziani e sei soldati camerunensi.
Si tratta del terzo attacco terroristico di Boko Haram dall’inizio del 2015. Il primo risale al 3 gennaio con il massacro della città nigeriana di Baga, il secondo è stato compiuto il 12 gennaio con l’attacco alla base militare camerunense di Kolofata.
Il gruppo jihadista sunnita è visto come la minaccia principale per la sicurezza in Nigeria, che rappresenta la più grande economia dell’Africa ed è il primo produttore di petrolio. In Nigeria si terranno le elezioni presidenziali il 14 febbraio.
Flavio Bianco